
Annata 2010: fu vera gloria?
Iniziamo a chiedercelo con qualche test di gruppo, in questo caso a tema nebbiolo di Langa. Del resto proprio dalle terre del Barolo e del Barbaresco è esploso l’hype, almeno in Italia, su una vendemmia accolta con grande favore dalla critica internazionale e che ha finito per rappresentare davvero uno spartiacque per la zona, non solo dal punto di vista commerciale (link). Noi stessi abbiamo più volte esplicitato la sintonia con certi tratti espressivi che fin dall’uscita sembravano ricorrere quasi a livello continentale (link): tensione, misura, agilità di beva.
Naturalmente è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni più o meno definitive, ma il decennio trascorso permette di fissare alcuni punti. No, la 2010 probabilmente non è l’annata del millennio, specie se la intendiamo come generatrice di vini indistintamente grandi e con parametri fuori scala in termini di ampiezza, espansione e profondità. Però sì, al contempo era e rimane una vendemmia di riferimento, arrivata al momento giusto come a rinverdire memorie stilistiche per molti versi a continuo rischio estinzione, in un’epoca di violente oscillazioni climatiche, agronomiche e produttive.
Questioni innanzitutto di contesto. Al di là dei singoli gradimenti, infatti, non capiamo fino in fondo l’appeal del millesimo senza inquadrare la fase storica in cui si inserisce. Basta dare un’occhiata ai dati meteorologici e vendemmiali riportati su Barolo Mga Volume II di Enogea-Alessandro Masnaghetti per rendersene conto (lavoro pazzesco, non lo si sottolineerà mai abbastanza – link): 782 mm e 76 giorni di pioggia da gennaio ad ottobre (contro una media nel decennio 2007-2016 di 682 mm e 62 giorni), sommatoria termica per temperature sopra i 10 °C di 1986,7 (a fronte di una media nel decennio di 2088,8), raccolta delle uve concentrate tra le piogge del 4 e 15 ottobre, con data media di inizio vendemmia calcolata nel giorno 11 ottobre (rispetto al 7 ottobre, che rappresenta la data “media” nel decennio).
In altre parole un’annata tendenzialmente fresca, umida e tardiva, che sarebbe stata considerata poco più che “normale” fino ai primi anni 2000 e che invece si configura oggi come fuori dall’ordinario. Non solo e non tanto per gli aspetti strettamente climatici, quanto nella possibilità di dare forma a vini classici nell’accezione migliore del termine; con un plus di freschezza, finezza tannica, bilanciamento alcolico e prospettive evolutive, che sembra palesarsi più facilmente in millesimi “stile anni ‘80” rispetto a quelli infuocati così frequenti nel nuovo millennio, almeno al vertice della piramide. Là dove le vendemmie calde e generose spesso appaiono adatte a garantire una maggiore omogeneità qualitativa, scontando magari qualcosa sulle punte.
Questioni anche e soprattutto di aspettative, in ultima analisi. Facile che molti 2010 (non solo di Langa) possano deludere o comunque apparire sopravvalutati, se approcciati con l’idea del “supervino” denso, setoso e tridimensionale. Così come non aiuta più di tanto il confronto con altre annate favorevoli del nuovo secolo, restando sempre a Barolo e Barbaresco: nel “gruppone” non ritroviamo né la rigorosa armonia dei 2004, né la potenza testosteronica dei 2006, e neanche la solare tonicità dei 2007 o la schizofrenica solennità dei 2008. Ma proprio l’essenzialità sottrattiva che si manifesta in questa fase li rende a mio avviso altrettanto affascinanti e meritevoli di essere seguiti, specie se ipotizziamo che non siano ancora usciti completamente dalla finestra di “chiusura”, dopo l’esplosività floreale, fruttata e balsamica degli esordi.
E se pure non fosse così: per una volta godiamoci il loro carattere “dispari” per quello che è, senza giudizi o paragoni. Sentendoci un po’ come Kevin Costner all’inizio di Balla coi Lupi, quando chiede da ufficiale ed eroe decorato di essere trasferito a Fort Sedgewick, Nebraska: «per vedere la frontiera, prima che scompaia».
I migliori assaggi
Poderi Colla – Barolo Bussia Dardi Le Rose 2010
Vino della serata praticamente all’unanimità. Un tripudio di fiori, agrumi, radici, tutto all’insegna di timbriche chiare e sfaccettate; il più completo anche al palato: rigoroso, rifinito, sempre in spinta.
Burlotto – Barolo Acclivi 2010
Il Monvigliero pari annata stappato sempre insieme agli amici del Tipicamente Wine Club a dicembre appare un paio di spanne sopra per energia e sapore, ma anche l’Acclivi si propone tra le migliori riuscite dell’annata.
Rose fresche, caramelle ai frutti di bosco, balsami, gli manca un plus di cesello tannico ma grip e allungo sono da Barolo “importante”.
Cortese – Barbaresco Rabajà 2010
La quintessenza del Barbaresco luminoso in annata tiepida: fiori ed erbe di campo assortite, lampi agrumati, approfondimenti speziati e chinati, bocca leggiadra e vaporosa, rallentata soltanto da qualche spigolo tannico.
Altri buoni/ottimi: Marcarini – Barolo Brunate, Brezza – Barolo Sarmassa, Fenocchio – Barolo Villero, Rizzi – Barbaresco Boito Riserva
Il rebus: Roagna – Barbaresco Montefico Vecchie Viti (naso tra cugnà, kecthup e quinto quarto, bocca soffice, saporita, appagante)
Annotazione tecnica. 6 bottiglie difettate (tca e ossidazioni precoci) su 20 stappate: giornata sfortunata o dato con qualche rilevanza statistica?
Tipicamente Wine Club – Le puntate precedenti
Pillole di Wine Club #1 | Orizzontale Greco di Tufo 2003-2004
Pillole di Wine Club #2 | Orizzontale Fiano di Avellino 2002-2003
Pillole di Wine Club #3 | Orizzontale Taurasi 2000-2001
Pillole di Wine Club #4 | Doppia Verticale Caracci e Pietraincatenata
Pillole di Wine Club #5 | Verticale Barolo Vignarionda Massolino
Pillole di Wine Club #6 | Verticale Patrimo Feudi di San Gregorio
Pillole di Wine Club #7 | Verticale Fontalloro Fèlsina
Pillole di Wine Club #8 | Verticale Montevetrano Silvia Imparato
Pillole di Wine Club #9 | Verticale Tenuta Frassitelli Casa D’Ambra
Pillole di Wine Club #10 | Costa d’Amalfi: varietà, sottozone, interpreti
Pillole di Wine Club #11 | Verdicchio: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #12 | Nebbiolo e Alto Piemonte: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #13 | Orizzontale Barolo 2004
Pillole di Wine Club #14 | Aglianico del Vulture: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #15 | Doppia Orizzontale Taurasi 2003-2004
Pillole di Wine Club #16 | Brunello di Montalcino: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #17 | Doppia Verticale Terra di Lavoro-Serpico
Pillole di Wine Club #18 | Doppia Orizzontale Greco di Tufo 2005-2006
Pillole di Wine Club #19 | Doppia Orizzontale Fiano di Avellino 2004-2005
Pillole di Wine Club #20 | Doppia Orizzontale Fiano di Avellino 2006-2007
Pillole di Wine Club #21 | Orizzontale Taurasi 2005
Pillole di Wine Club #22 | Doppia Orizzontale Greco di Tufo 2007-2008
Pillole di Wine Club #23 | Orizzontale Taurasi 1999
Pillole di Wine Club #24 | Alto Mediterraneo all’Osteria del Gallo e della Volpe
Pillole di Wine Club #25 | Orizzontale Fiano di Avellino 2008
Pillole di Wine Club #26 | Orizzontale Greco di Tufo 2009
Pillole di Wine Club #27 | Orizzontale Fiano di Avellino 2009
Pillole di Wine Club #28 | Verticale Barolo di Bartolo Mascarello
Pillole di Wine Club #29 | Orizzontale Taurasi 2006