
Senza infamia e senza lode: potremmo riassumere così le impressioni collettive sull’ultima orizzontale Taurasi 2006 del Tipicamente Wine Club.
Come spesso succede in questi casi, è difficile capire dove inizino gli eventuali limiti di un’annata oggettivamente irregolare e dove si manifestino piuttosto quelli “sistemici” di una denominazione che ci ha abituato a continui alti e bassi, anche in presenza di vini assaggiati dopo un significativo affinamento.
Andamento climatico. Inverno tendenzialmente tiepido e piovoso, primavera fresca e umida, inizio d’estate torrido e solare. E poi il momento chiave, coinciso con una seconda metà di agosto caratterizzata da frequenti acquazzoni pomeridiani (e qualche grandinata a macchia di leopardo), seguita da un settembre nuovamente caldo e asciutto, con temperature sopra la media e qualche giorno residuo di pioggia.
Questioni agronomiche. Condizioni che hanno creato problemi sanitari soprattutto nelle zone più basse e precoci, là dove le aree più acclivi e tardive hanno potuto giovarsi di una prolungata finestra ottobrina decisamente favorevole, con giornate miti e rilevanti escursioni termiche.
Andamento sinusoidale che, in estrema sintesi, spiega come mai nella 2006 incontriamo aziende – anche di prima fascia – che hanno scelto addirittura di non produrre il proprio Taurasi accanto ad altre che li considerano tra le loro migliori riuscite per quel connubio di potenza, nerbo e densità tannica che li accomuna a tanti altri rossi italiani del millesimo, dalle Langhe al Chianti Classico, passando per Montalcino.
Caratteristiche dei vini. Le variabili meteorologiche ed agronomiche aiutano comunque fino a un certo punto, come detto, ad inquadrare l’eterogeneità espressiva della nostra retrospettiva. Le interpretazioni più convincenti mostrano effettivamente un bel contrasto carnoso ed austero, lasciando intravedere ulteriori margini di crescita in bottiglia. Ma ce ne sono altrettanti che risultano imprecisi e a conti fatti incompiuti: Taurasi accaldati e maturi aromaticamente, in debito di equilibrio, dinamismo e coesione sul piano gustativo, faticosi da bere (a maggior ragione senza il supporto della tavola). E soprattutto, a fronte di alcuni ottimi vini, è mancato in definitiva l’acuto, quello che in qualche modo valesse di per sé il viaggio.
I migliori assaggi
Le Fole 2006 – Cantina Giardino
Non è la prima volta che un “semplice” Aglianico gioca ad armi pari con i Taurasi pari annata, quantomeno per naturalezza espressiva e agilità di beva. Il lavoro del team di Cantina Giardino aggiunge poi un bonus di vigore speziato e balsamico ad una versione tutt’altro che estrema, al netto di qualche impuntatura selvatica e amarostica.
Taurasi Naturalis Historia 2006 – Mastroberardino
Gli preferiamo di solito i due Radici (Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva) nella gamma dei Taurasi proposta annualmente dalla Mastroberardino, ma il 2006 si conferma uno dei migliori Naturalis Historia di sempre. Tra i più integri ed armonici dell’orizzontale, nonostante il sottofondo tostato.
Taurasi 2006 – Urciuolo
Anche per i fratelli Ciro e Antonello Urciuolo, oggi impegnati su due progetti produttivi distinti e separati, la 2006 rientra tra le versioni più felici dei loro Taurasi. Rispetto ad altri colpisce per il profilo quasi “termale”, ricco di sfumature chiare senza rinunciare agli apporti terrosi e pepati, ma soprattutto per la compattezza del sorso: tiene insieme senza scissioni carnosità di frutto, tensione verticale e forza tannica. Tra i più prospettici.
Taurasi 2006 – Perillo
Lo sappiamo, la variabilità di espressioni e “prestazioni” che spesso si manifesta su bottiglie dello stesso cartone, rende i Taurasi di Michele Perillo un po’ croce e delizia per gli appassionati della tipologia.
In questo caso un 2006 “solo” buono in rapporto ad altri stappati anche recentemente: l’inconfondibile tocco salato c’è sempre, insieme alle originali timbriche di resine e spezie orientali, mentre sembra mancare stavolta un plus di espansione e tessitura, anche per effetto del generoso abbraccio alcolico.
Taurasi Poliphemo 2006 – Luigi Tecce
Il vincitore di tappa per la maggior parte dei compagni di tavola, me compreso. Ciò che conquista, come nelle versioni meno anarchiche del primo Taurasi di Luigi Tecce (qui alla seconda annata), non sono le singole componenti ma il disegno di insieme. Quello di un Taurasi denso di energia e sapore, libero da ogni zavorra estrattiva.
Ecco qua comunque per i feticisti dei riconoscimenti: sottobosco umido, plastilina, legumi freschi, crusca e luppolo, ciliegie schiacciate, un tocco salmastro che si amplifica nel sorso caldo e disteso grazie ad una grana tannica di livello superiore.
Taurasi Radici Etichetta Bianca Riserva 2006 – Mastroberardino
Ma è sempre l’Etichetta Bianca Riserva di Mastroberardino a condensare il lato più virtuoso della classicità taurasina, così come ce l’ha impressa in memoria chi ha avuto la fortuna di stappare ripetutamente le decine e decine di grandi versioni che hanno scandito la storia produttiva della cantina di Atripalda per tutto il ‘900 (tra le ultime ritrovate in grande forma: Radici Etichetta Nera 1990 e Taurasi Etichetta Bianca 1986, fine off topic).
Il naso è più scuro ed autunnale del consueto, ma il proverbiale tratto nebbiolesco si ritrova in pieno al palato, tanto nella martellante scia speziata quanto nel tannino fitto e maturo, perfettamente sostenuto nella elegante progressione gustativa.
Tipicamente Wine Club – Le puntate precedenti
Pillole di Wine Club #1 | Orizzontale Greco di Tufo 2003-2004
Pillole di Wine Club #2 | Orizzontale Fiano di Avellino 2002-2003
Pillole di Wine Club #3 | Orizzontale Taurasi 2000-2001
Pillole di Wine Club #4 | Doppia Verticale Caracci e Pietraincatenata
Pillole di Wine Club #5 | Verticale Barolo Vignarionda Massolino
Pillole di Wine Club #6 | Verticale Patrimo Feudi di San Gregorio
Pillole di Wine Club #7 | Verticale Fontalloro Fèlsina
Pillole di Wine Club #8 | Verticale Montevetrano Silvia Imparato
Pillole di Wine Club #9 | Verticale Tenuta Frassitelli Casa D’Ambra
Pillole di Wine Club #10 | Costa d’Amalfi: varietà, sottozone, interpreti
Pillole di Wine Club #11 | Verdicchio: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #12 | Nebbiolo e Alto Piemonte: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #13 | Orizzontale Barolo 2004
Pillole di Wine Club #14 | Aglianico del Vulture: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #15 | Doppia Orizzontale Taurasi 2003-2004
Pillole di Wine Club #16 | Brunello di Montalcino: zone, stili, interpreti
Pillole di Wine Club #17 | Doppia Verticale Terra di Lavoro-Serpico
Pillole di Wine Club #18 | Doppia Orizzontale Greco di Tufo 2005-2006
Pillole di Wine Club #19 | Doppia Orizzontale Fiano di Avellino 2004-2005
Pillole di Wine Club #20 | Doppia Orizzontale Fiano di Avellino 2006-2007
Pillole di Wine Club #21 | Orizzontale Taurasi 2005
Pillole di Wine Club #22 | Doppia Orizzontale Greco di Tufo 2007-2008
Pillole di Wine Club #23 | Orizzontale Taurasi 1999
Pillole di Wine Club #24 | Alto Mediterraneo all’Osteria del Gallo e della Volpe
Pillole di Wine Club #25 | Orizzontale Fiano di Avellino 2008
Pillole di Wine Club #26 | Orizzontale Greco di Tufo 2009
Pillole di Wine Club #27 | Orizzontale Fiano di Avellino 2009
Pillole di Wine Club #28 | Verticale Barolo di Bartolo Mascarello