Scroll Top

[Dai Social] Collestefano | Verdicchio di Matelica 2022


A proposito di vini “divisivi”, c’è stato un tempo in cui lo era perfino il Verdicchio di Matelica Collestefano di Fabio Marchionni.

Erano gli anni dei forum: vetuste piazze virtuali dove centinaia – a volte migliaia – di cosatori nullafacenti come il sottoscritto si radunavano quotidianamente per discutere di vino all’ultimo sangue. E c’era sempre qualcuno che periodicamente apriva un thread intitolato “Collestefano contro tutti”, o qualcosa del genere, che nel giro di pochi minuti diventava una gigantesca Royal Rumble.

All’angolo destro: quelli che “è solo un vinello limonoso che se costasse già anche solo 15 euro, non comprerebbe e berrebbe nessuno”.
All’angolo sinistro: quelli che “è un grande vino in assoluto e pure Coche Dury deve dormire preoccupato”.
In mezzo, come spesso mi succede, io con un po’ di amici esaltati da alcune versioni (su tutte la 2002, ma anche alcune bottiglie particolarmente felici di 2006, 2010 e 2012), decisamente più tiepidi con altre (2008 e 2011, ad esempio). E più in generale, affratellati dall’idea di un bianco onestissimo nelle intenzioni e negli esiti, ma capace di attirare più attenzioni del previsto in un preciso momento storico, quando lo “stile verticale” era assai meno esplorato di oggi, non solo nell’universo Verdicchio, e che di tanto in tanto si meritava un bonus aggiuntivo di considerazione e rispetto anche al di fuori del recinto “favorevole rapporto qualità-prezzo”.

Quella polarizzazione critica e bevitoria si è praticamente annullata negli ultimi anni. A nessuno viene più in mente di aprire thread per stabilire se Collestefano sia Mbappé o Margheritoni, come se tutto si fosse un po’ normalizzato, dentro ma soprattutto fuori la cantina di Castelraimondo. Io stesso l’ho perso un po’ di vista nelle ultime vendemmie, per ritrovarlo sempre molto riconoscibile, ma anche assai meno “mosca bianca” di come mi apparisse 3-4 lustri fa.

La solare annata 2022 probabilmente contribuisce ad accentuare la sensazione, disegnandolo un po’ più tondo e un po’ meno salato rispetto alle migliori riuscite. Resta comunque uno di quei vini signor Wolf che al ristorante risolvono problemi, senza tante chiacchiere inutili come queste.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.