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[Dai Social] Muraje | Carema Sumié 2019


Ormai aspetto la nuova annata come aspettavo la calza della befana, e ogni uscita aggiunge un pezzo alla trama del Carema del terzo millennio. Uno di quei rari luoghi del vino contemporaneo capaci di trasmettere simultaneamente in bianco e nero e a colori, followando il maestro Manzi su Spotify e porgendo rose rosse a Elodie che canta al Musichiere.

Come detto a più riprese: merito tanto dei pionieri veterani quanto dell’infornata di nuove leve, tra le quali brilla sempre più nitida la stella di Muraje grazie al Sumié più completo, rifinito e prospettico della sua giovane ma già densa storia.

Nebbiolo “picotenero” da granito che prende la vendemmia neoclassica a five stars dei nostri giorni, o giù di lì, e non la usa per sommare, allargare, potenziare. Piuttosto per scolpire il frutto silvestre, la buccia di chinotto e le spezie da concia (il vero scarto laterale rispetto ai Carema “old fashion”) e puntellare un sorso invece totalmente familiare nella sua evidenza ossimorica di trasparenze e ramificazioni, leggiadria e vigore, carisma e concretezza.
Un altro rosso italiano 2019 non solo buonissimo, ma in grado di lasciare il segno, oggi e tra un po’ di anni.

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