A proposito di riti e tradizioni, non avevo ancora stappato l’ultima uscita (che nel frattempo è diventata la penultima) della Barbera Vigna Francia (2019) di Giacomo Robby Conterno.
Rimedio, con frugiate intaccate e congelate rivitalizzate al fornetto effetto caldarroste d’ordinanza, trovandolo:
- più giovane del 2018 e allo stesso tempo più maturo del 2020;
- più simile a un rosso piemontese che a un bianco calabrese;
- inquadrabile più come annata dispari che come annata pari;
- angurioso come qualunque conternico ma senza semi neri da sputacchiare che danno fastidio, se non sei in giardino;
- estremamente gradevole e disinvolto, senza tante chiacchiere o altre ridondanze con cui riempire pseudo post come questi.
[15 gradi sulla Barbera buona si sentono poco o niente, 15 gradi sul Nebbiolo da Barolo – compresi quelli che dovrebbero essere buoni – si sentono sempre più, tipo l’Arione 2017 same winery di qualche settimana fa. Che non so cosa significhi, ma intanto qua glu glu glu, là sgnick]