
Podere Erica è una piccola azienda di Olena (Chianti Classico – Barberino Tavarnelle – UGA San Donato in Poggio) che ho incrociato relativamente da poco e che mi sembra sempre più interessante ad ogni nuovo assaggio.
Ultimo viene questo Picchio 2017 che sfida la mia radicata idiosincrasia per l’annata ancorandosi ad uno stile gustoso e respirabile, “digèste” direbbero di là dal confine. Dove c’è spazio per il frutto rosso-nero maturo e granguignolesco che ci si aspetta dal millesimo, ma anche per brillanti sfumature terrose, silvestri e speziate, e soprattutto un bel fondo di freschezza. Magari un po’ “acerba”, “cementosa” e non convertita totalmente in sapore, ma senza dubbio efficace nel motriciare energia e linfa. Sempre più curioso di reincontrarlo ancora in una vendemmia maggiormente nelle mie corde, tipo 2019 o 2020.
Senza bisogno di sparare l’hype del prossimo questo e del nuovo quell’altro, insomma, una cantina da seguire proprio per la sua fisionomia interpretativa, a ben vedere non ancora esplorata a pieno in Chianti Classico. Che a mio avviso si gioverebbe eccome di una quota aggiuntiva di questi vini: “post-naturali”, azzarderei.
Bottiglie “dispari” in pensieri ed opere, ma non necessariamente nella grammatica formale e non necessariamente alieni nel bicchiere, anzi. Vini che tendono una mano al bevitore non ideologico senza alcuna concessione ad equilibrismi da pentapartito. Intimamente artigiani, serenamente contemporanei: aumentano a vista d’occhio in tanti distretti italici e per me è una gran bella notizia.
