Vengo da buon ultimo (grazie Monica! 🙂 ) a testimoniare la piroetta stilistica disegnata chez Tenimenti D’Alessandro: se siete fermi alle versioni anni 90/00 de Il Bosco, fatichereste perfino a pensare che si tratti della stessa azienda.
Lo ammetto, sono uno di quelli che per lungo tempo, ad ogni apparizione del cartello Cortona sulla Perugia-Siena, si ritrovava a protestare: “ma come diamine gli è venuto in mente di mettere il syrah proprio qua?”
Poi le prime bottiglie scolate dell’Apice di Stefano Amerighi a fungere da asterisco di dubbio, qualche avantendrĂ© sporadico e ora questo, sicuramente diverso a sua volta ma quantomeno cugino con le migliori cose assaggiate in zona, per parte di crema di cassis, a ribadire: perchĂ© no?
C’è di che incuriosirsi, a patto di non cercare a tutti i costi evocazioni di Hermitage, Cote-Rotie e dintorni, e di non storcere il naso a prescindere se qualcuno propone di ristapparlo accanto a certi Stellenbosch e Barossa Valley reloaded, di ispirazione pienamente contemporanea.
Perché il terroir non puoi programmarlo: solo immaginarlo, annusando vento; sbirciarlo, in un rifrattometro; scriverlo, macchia dopo macchia; inventarlo, attraversando specchi.