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Barbischio | La vigna nel bosco

Barbischio nel bosco

Il Chianti Classico è uno dei più straordinari territori del vino mondiale anche per l’equilibrio raggiunto dalla vigna con le altre colture e il bosco, in un paesaggio d’insieme che richiama al primo sguardo la maestria dell’intervento umano sulla natura.

Che la monocoltura, diffusa in tante e celebri eno-zone, dalle Langhe alla Borgogna, passando per la Champagne, non abbia avuto scampo sui colli tra Firenze e Siena, lo capisci senza spiegazioni quando ti inerpichi verso Barbischio, minuscolo borgo nel settore orientale di Gaiole. La strada, sterrata e piuttosto sconnessa, è costeggiata da alberi e la carcassa di un cinghiale, spolpata forse da un lupo, annuncia la natura silvestre del posto.

Che sono venuto a fare? E’ quassù che Maurizio Alongi, enologo bravo e sensibile ai margini del jet set enoico, ha dato vita alla piccola impresa che porta il suo nome, fondandola su una vigna che pare scolpita nel luogo scelto. Ok, in realtà le vigne sono due. La prima, mezzo ettaro sotto Borghetto di Barbischio, arriva a 450 metri d’altezza; la seconda, a due passi, svetta fino a quota 465 per quasi 8 mila metri.
In comune hanno molto. I terreni, anzitutto, che in questo lembo della denominazione sono figli del così detto macigno del Chianti, una roccia arenaria che dà origine a suoli sabbiosi e vini fini. La data d’impianto, che risale ai primi anni ’70 e le pendenze (a dire il vero più scoscese nella seconda). L’uomo che le ha realizzate e da cui sono state comprate nel 2015: Gino Chini, di professione boscaiolo, che ci faceva un vino per casa, vedendo qualcosa alla cooperativa. Infine la coltivazione bio, certificata dalla vendemmia 2019.

Suoli di arenaria derivanti dal macigno del Chianti

E le varietà delle uve? Manco a dirlo, quelle della tradizione chiantigiana che affiancano al sangiovese una piccola quota di malvasia nera (circa il 7% che, maturando presto, dice Maurizio «è in buona parte mangiata dagli uccelli»), canaiolo e pochissimo colorino. I vini in purezza sono un fatto recente da queste parti; che va benissimo, in considerazione dei cambiamenti climatici e agronomici, ma è giusto ricordarlo lo stesso.

L’occasione è stata buona per assaggiare tutte le vendemmie di Vigna Barbischio prodotte: un Chianti Classico Riserva che è anche l’unico vino della cantina. Prima annata 2015, ultima 2020 (in fasce). Il tratto comune a tutti i bicchieri è lampante e circoscrive una precisa fisionomia, tra le migliori espressioni di Chianti Classico nate di recente. Se dovessi sintetizzarla per forza con un termine, direi proprio silvestre. Negli aromi, che uniscono alla classica violetta, ai piccoli frutti di bosco freschi e alle sensazioni di terra mossa e sassi, un intrigante sottofondo boschivo, verde scuro, quasi resinoso. E nel gusto, aggraziato ed elegante ma anche libero di trovare curve e angolature. Come nelle chiusure tanniche veraci, mai troppo levigate né costrette, eppure gioiosamente saporite e maledettamente chiantigiane. Questo al saldo dei diversi millesimi, di un 2015 con qualche ingenuità, anche nell’uso del legno, e delle ultime due annate che fanno intravedere vette ancora più alte.

Maurizio Alongi in cima alla sua vigna

I vini

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2015
Tocco silvestre al naso, un po’ ingabbiato nella ricerca della profondità; sorso serrato, dai tannini un po’ rugosi ***

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2016
Finissimo, aereo, ricamato su frutti rossi e macchia; tannino incisivo ma molto preciso, saporito e gastronomico. Grande annata e grande vino ****

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2017
Frutto più maturo, scuro, sulle ciliegie nere e lieve prugna; bocca fitta, di bel sorso goloso, non così strutturata come lasciava immaginare il naso, dolce nel frutto ma con tannino da annata calda, meno rifinito ***+

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2018
Giovanile e gioviale, brillante, dal tratto quasi borgognone; sorso fluido, rinfrescante e docile, tannino serrato ma ricco di sapore ****

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2019
Macchia e fiori di primavera, mediterraneità raffinata, pur in un quadro ovviamente da compiersi (ancora un’idea di nocciola verde fermentativa); in bocca lascia pochi dubbi: trama setosa, finissima, leggiadra, con tannino giovanile incisivo ma saporitissimo e dai ricordi aromatici siderali. Sarà grande *****

Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio 2020
Ancora molto difficile da giudicare ma gli elementi per l’ottimismo non mancano. Splendido naso fiorito, con ciliegie di maggio a dare intensità. Bocca aerea, saporita e solida quanto slanciata ****+

 

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