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Campania Stories 2020 #4 | I bevitori lo Sannio

cs 20 - collage apertura

Rassegne collettive come Campania Stories fisiologicamente non coprono tutte le aree viticole allo stesso modo.

Penso prima di tutto al Sannio: è il distretto regionale più importante per volumi prodotti, ma il numero e la tipologia di aziende partecipanti all’edizione 2020 non permettono di farsi un’idea davvero esaustiva sullo stato di forma della vitienologia beneventana. Da una parte la presenza di cantine storiche e reputate come Mustilli, Fontanavecchia, La Rivolta, Fattoria Ciabrelli , Terre Stregate o La Guardiense offre un campione significativo di bottiglie su cui ragionare: soprattutto bianchi da falanghina e rossi da aglianico. Dall’altra il quadro risulta oggettivamente incompleto per la defezione di molte realtà imprescindibili, sia sul fronte “quantitativo” – leggi le altre principali cooperative della provincia – sia su quello stilistico e interpretativo. 

Senza i vini di Alexia Capolino Perlingieri, Fulvio Cautiero, Giovanni Iannucci, Vallisassoli (Paolo Clemente), Podere Veneri Vecchio, Terra di Briganti, CanLibero, Nifo Sarrapochiello (citando i primi che mi vengono in mente) manca l’intero gruppo, o quasi, degli “artigiani”. Vignaiole e vignaioli spesso non ancora conosciuti quanto meriterebbero, che stanno fortemente contribuendo a ravvivare lo scenario sannita. Esplorando opzioni tecniche tutt’altro che scontate, scegliendo consapevolmente di rinunciare a qualcosa sul piano dell’ortodossia grammaticale e sintattica in favore di espressioni più vitali, libere, golose, in ultima analisi maggiormente in sintonia con le tendenze contemporanee di ricerca e bevuta.

Non è necessariamente vero, allora, che gli assenti abbiano sempre torto. Una motivazione “sistemica” deve esserci, se la gioiosa macchina da guerra sannita non riesce ancora ad integrare totalmente le varie anime della filiera e a proporsi compatta, nonostante i clamorosi risultati promozionali e commerciali raggiunti in questi anni, specialmente sul fronte export. D’altro canto la nostra ricognizione non può che basarsi su chi c’era, a Campania Stories, e da lì ripartiamo, dopo la lunga parentesi con funzione di disclaimer.

Sannio | Annate e tipologie

Lo anticipavamo nei primi approfondimenti (link e link): questa volta la rosa beneventana è apparsa meno in palla di altre occasioni. Una prima chiave di lettura può essere ricercata nell’impronta un po’ statica, monodimensionale, insipida che si manifesta in buona parte dei bianchi 2019, almeno in questa fase. Un’annata come detto comunque promettente in Campania, ma forse con minori prospettive proprio sui vini da Falanghina (specie se confrontati con i migliori Greco, con i Fiano che sembrano collocarsi a mezza via). Tuttavia, dopo un filotto di vendemmie a 5 stelle, o giù di lì, che ha plasmato tra la 2010 e la 2018 alcuni dei più grandi bianchi mai prodotti nel Sannio, un millesimo maggiormente interlocutorio ci sta tutto. Non è un caso che sia targata 2018, insomma, “la” bottiglia del comprensorio che mi sento di etichettare in qualche modo come “imperdibile”, fra quelle testate a Campania Stories.

Molto più complicata la situazione che emerge dal comparto rossista, ma non è certo un dato isolato quando c’è di mezzo l’Aglianico. Da questo punto di vista la provincia di Benevento mostra i medesimi limiti strutturali che emergono nelle altre aree regionali di riferimento per la varietà regina dell’Appennino Meridionale, dall’Alto Casertano al Cilento, passando per l’Irpinia. Varrà sicuramente la pena di tornarci su con un approfondimento ad hoc.

Sannio | I vini da seguire

Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Vigna Segreta 2018 – Mustilli

Premessa. Io e la Falanghina Vigna Segreta della famiglia Mustilli non siamo mai andati particolarmente d’accordo: le ho praticamente sempre preferito la versione “base”, trovandola sistematicamente non silenziosa bensì evitante, non misurata ma algida, non sottrattiva ma proprio efebica e a conti fatti incompleta, anche dopo adeguata sosta in vetro.
Stavolta no: se non è amore, è qualcosa che gli assomiglia parecchio. Sarà quell’impatto ultraiodato pronti-via, che innesca ricordi solo in apparenza inconciliabili di Loira e Campi Flegrei, alimentandosi nelle suggestioni sancerriane con i blitz di baccelli, pistilli, muschio, zampilli rocciosi surgivi.
E’ nel sorso che torna a rendersi totalmente riconoscibile nel suo dna da peso medio-leggero, ma in questo caso è una delicatezza che non diluisce progressione e ritmo, grazie ad una pervasività salina di classe superiore, mai incontrata così coesa e integrata in precedenti annate.
€ 11,00 + iva

Gli altri vini

* Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti 2019 – Mustilli. € 7,00 + iva
* Falanghina del Sannio Svelato 2019 – Terre Stregate. € 6,25 + iva
* Sannio Sant’Agata dei Goti Piedirosso Artus 2018 – Mustilli. € 11,00 + iva
* Aglianico del Taburno Vigna Cataratte Riserva 2015 – Fontanavecchia. € 16,00 + iva

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