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Salina | L’isola dei capperi

Malfa, Salina

Anche se il tritacarne ha ripreso a macinare, l’umore positivo e una rara sensazione di rilassata lentezza sono durati più del solito, stavolta. Miracolo di Salina, perla delle isole Eolie, che evidentemente sa dilatare il benessere del soggiorno e regala persistenze degne di un grande vino.

Chiaro, il babbeo alla tastiera non può aggiungere niente a quel che già si sa, né è questo l’intento del post, approssimativo come e più del solito, con nessuna velleità se non quella di trasmettere qualche vibrazione positiva e suggerire un viaggio.
Incarto e porto a casa i saliscendi e le curve in motorino, capaci di portare dal mare alla montagna, che svetta oltre i 900 metri del Fossa delle Felci. Dal caldo al fresco in pochi minuti, dai grossi sassi della riva, con spiagge praticamente inesistenti ma lunghi bagni alla potata, alle nuvole permanenti che avvolgono le vette.
La discesa più bella porta a Pollara, alla casa del “Postino” di Troisi; malconcia, con l’erba alta, al degrado come niente fosse. Poco lontano due posticini per un piatto come si deve: l’agriturismo Al Cappero e la Locanda del Postino (appunto).
Capperi
I capperi sono immancabili, come il profumo di finocchio selvatico nei piatti e l’elicriso nei fossi. Mediterraneo, in questa stagione esplosivo, travolgente, totale.
I Capperi di Salina, dunque, Presidio Slow Food dalla fama meritatissima. A Pollara si comprano da Sapori Eoliani. Basta arrivare nei pressi di Via Leni e gridare “Roberto”. Roberto (Rossello) arriva sempre, ti fa vedere la sua aziendina, le piante, la raccolta, la lavorazione. In qualche caso i fiori, bellissimo sacrificio ripagato dai cucunci.
Capperi anche a Malfa, da comprare dal più grande produttore dell’isola (sic!), Virgona, tra i più importanti anche per il vino. Cappero che diventa un gelato originalissimo nelle mani di Martina Caruso, chef patron del Signum (gestito da tutta la famiglia).
Martina ha appena 25 anni e già tanta notorietà. In odore di stella, ma se non arrivasse sarebbe lo stesso. Di stelle dalla terrazza mozzafiato del Signum ce ne sono in quantità. Bellissimo questo albergo “diffuso”, che parte dalla classica architettura eoliana, autentico quanto elegante. Devo tonare per starci un po’, e per una cena come si deve.
Foto iPhone Giugno 15 427
Non lontano Capofaro, dépendance Tasca d’Almerita. Il faro, il relais, i toni chiari, l’atmosfera esclusiva, l’affaccio sul mare e le vigne di malvasia alle spalle. Giusto una sbirciatina, stavolta.
A Santa Marina, comune che ospita il porto principale, ho pranzato, e bene, al Cucinotta. A Lingua ho assaporato il pane cunzato, che è altra cosa rispetto a quello siciliano.
Avvolta dal mare, Salina racconta storie di terra. Ci abitano più 2 mila persone. Incredibile, per noi terrestri. Almeno quanto per loro il nostro stupore nel pensarli lì tutto l’anno.

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