Farinetti tra birre, artigiani e grandi industrie

Da collaboratore di WineNews* e da fedele socio Slow Food (condotta Valle Umbra, tessera  IT1000078928) neanche quest’anno mi sono fatto scappare il Salone del Gusto di Torino.

Un’occasione unica e un evento capace di non perdere smalto a distanza di anni dalla sua prima volta, che abbina in modo magistrale i piaceri del cibo ai grandi temi che ruotano attorno a questo mondo, da quelli produttivi alle logiche distributive, sempre nel segno di una chiara lettura politica della faccenda.
Tra gli argomenti più interessanti della passata edizione 2012, di quelli capaci di far immaginare scenari futuri e nuove linee progettuali del movimento, non è passata inosservata ai cronisti più attenti una dichiarazione di Carlo Petrini, anche se forse non ha avuto il risalto che avrebbe meritato.


Cosa ha detto, in sintesi, il fondatore di Slow Food? Che dalla contrapposizione tra piccoli artigiani e grande industria si deve passare alla fase del dialogo e della collaborazione, con i principi dei primi sempre più capaci di incunearsi nelle logiche dei secondi*. Più che d’accordo Oscar Farinetti, che rilancia e va oltre:“la grande industria deve diventare buona, è tutta la vita che lo penso!
Quali saranno gli effetti futuri di questi nuovi propositi è ancora presto per dirlo ma certo più d’uno, nei giorni scorsi, ha fatto 2+2 alla notizia dell’ingresso della Birra Peroni* (appartenente al colosso multinazionale SabMiller) nell’universo Eataly*. Un ingresso in pompa magna, per giunta, figlio di una chiara visione strategica che lo stesso Farinetti ha puntualmente spiegato ai cronisti: “Non voglio più lottare contro le multinazionali ma voglio convincerle a diventare buone, pulite e giuste. E SabMiller, che ha mantenuto, valorizzato e diffuso nel mondo l’identità italiana di Peroni lo è”.
Tra le tante reazioni, particolarmente piccata quella del magazine Cronache di Birra*, uno dei più attivi sul fronte della promozione e divulgazione della birra artigianale. “Caro Farinetti – taglia corto Andrea Turconon diciamo cazzate: le multinazionali sono state fino a oggi la cosa più lontana allo slowfoodiano trittico concettuale di buono, pulito e giusto. Vuoi stringere accordi con Peroni? Ok, ma fallo senza riempirci di stupidaggini”.
Vedremo che succederà in futuro e a quali nuovi scenari condurrà l’alleanza tra piccoli artigiani e grande industria. Se si realizzerà, intanto, e nel caso quale fisionomia saprà trovare. Per il momento la sintesi appare modesta. Poco più, o poco meno, di una riuscita conferenza stampa che sancisce un buon accordo commerciale.

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