Nonostante non perda occasione per lamentarmi con gli amici, più per quella piacevole sensazione di sentirsi compatiti che per la realtà dei fatti, passare l’estate a lavorare in casa non è poi così male.
La recente invenzione dell’aria condizionata, per dire, rende persino gradevoli le giornate over 35° di chi, come me, vive praticamente sottotetto; mentre i copiosi flussi di email dell’autunno – inverno arrivano ad agosto col contagocce e la batteria del cellulare dura addirittura fino all’ora dell’aperitivo.
Mettiamoci il frigo carico di Augustiner a temperatura polare ed ecco che la giornata può scorrere via piuttosto felice.
Tra una cazz… ehm… volevo dire tra una geniale considerazione sul vino italiano e l’altra, c’è poi il brek italiano per eccellenza, la pausa collettiva che fortifica le relazioni (di ogni genere) in ogni ufficio che si rispetti, il miraggio capace di alleviare le indicibili e quotidiane sofferenze di migliaia e migliaia (forse milioni) di impiegati pubblici nazionali: la tazzina di caffè.
Detto che il mio spacciatore di fiducia è sempre Vincent Rivier, negli ultimi giorni sto sperimentando una selezione della Compagnia dell’Arabica. Non una miscela qualunque, seppure pregiata, raffinata, buona quanto si vuole, ma un vero e proprio Grand Cru.
Si chiama Santa Teresa Estate, è ovviamente un caffè di pura arabica, biologico, e proviene da una singola piantagione (Single Estate) di Ahuachapàn (esattamente tra questa città e Santa Ana), nel Salvador.
Le piante di caffè sono coltivate in una zona speciale, ricca di vulcani e geyser attivi, giusto dietro la Cordillera dell’America Centrale, a ovest di San Salvador. Qui il fertile terreno vulcanico permette all’azienda di coltivare in biologico da anni, anche grazie allo sfruttamento dell’energia geotermica del suolo.
Giorno dopo giorno questo caffè mi ha rapito. Ha un bellissimo colore testa di moro, profumi intensi e straordinari di bacche, piccoli frutti rossi, cioccolato e tabacco, mentre il gusto unisce rotondità e dolcezza a una bella acidità. La lunghezza mi pare infinita. Un caffè che resta in bocca per ore e ti fa persino sopportare quelle due email che arrivano nonostante il caldo…