Do you like Passerina?

Non so, e non ci tengo a scoprirlo, se è vera quella storia per cui in punto di morte ti scorre davanti agli occhi tutta la vita, come in un rapidissimo film.

Quello di cui sono certo, però, è che alla fine delle degustazioni per la guida ripensi a tutte le migliaia di bottiglie che ti sono capitate davanti, focalizzando il ricordo su quelle che in qualche modo ti hanno più colpito.
Non solo in riferimento al contenuto, che ovviamente è la parte più importante, ma anche a tutto il contorno, dall’etichetta alla forma, passando ovviamente per il nome.
Ecco allora che, scorri e scorri il nastro della memoria, non posso fare a meno di soffermarmi sui nomi più curiosi, direi strambi, notando in molti casi una certa deriva su temi e (più o meno vaghe) allusioni sessuali. Una sorta di velinizzazzione, per intenderci, o di appiattimento su uno stile marcatamente governativo, se preferite (che poi è più o meno la stessa cosa).
In principio era il celebre Merlot della Topa Nera di Gino Fuso Carmignani, anche se non l’ho mai considerata una bassa furberia, semmai una bischerata goliardica del personaggio.
Molti dei vini cui alludo arrivano quest’anno dalle Marche, che passa agevolmente dal Maschio da Monte, un Rosso Piceno della cantina Santa Barbara, alla Passerina Primo Pelo della Saputi di Colmurano, fino a quella Casta di Carminucci.
Tanto per non farci mancare niente…

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