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Nome giusto, famiglia sbagliata

Ingenui. Boccaloni. Anche un po’ polli. Sì, sto parlando proprio con voi. Lobotomizzati dal pensiero unico del complotto pitreista-massonico di guide ed affini, non siete più in grado di riconoscere dove si nasconde la vera somma biodiversaqualità del mondo di bacco.

Avete buttato giù a memoria un elenco di nomi, illudendovi che con loro non avreste mai preso fregature anche in zone a voi lontane. E invece nein. Nein. Nein. Voi Kaputt.
Cioè, i nomi sono pure giusti, ma sono le parentele ad essere sbagliate. Dauvissat? Certo, ma quello che lavora bene e non si è venduto l’anima è il cugino rasta Rigolon, 21 piante a Valmur raccolte a fine giugno per conservare la vera spina acida dello Chablis.
Rousseau? Ma dai: Eric non fa più i vini di una volta, meglio andare dal cognato che fa un Bourgogne Rouge che non costa niente ed è praticamente uno Chambertin…
Biondi Santi? Mica mi vorrete dire che ve ne andate al Greppo senza provare il vero Brunello dal fratellastro imprigionato per vent’anni in una segreta della fortezza tipo Maschera di Ferro, il mitico Tancredi Malgioglio Jacopone Ferruccino?
Quindi, per favore, d’ora in poi fate attenzione e non fermatevi con tanta superficialità al nome che vi sembra famoso. Chiedete subito a chi ci capisce davvero come si chiama il loro cugino, fratello, nonno, zio, amante, compare di cresima, sacrestano, istruttore sportivo, giardiniere, idraulico, urologo, e probabilmente recupererete il vero lasciapassare per la vera eccellenza della zona.
E se vi viene qualche dubbio, per favore, fate mente locale un attimo su quel che ha rappresentato per il calcio italiano Hugo Maradona

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