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Pecora di montagna, il gusto…

Non sono di quelli che “si stava meglio quando si stava peggio” e lo so anch’io che il passato bucolico e felice di cui sono ghiotti i raffinati strateghi del marketing eno e gastronomico non è mai esistito. Chiedere ai vecchi contadini segnati dagli stenti mezzadrili per eventuali conferme.

Eppure è anche vero che la nostra epoca, quella della grande distribuzione alimentare, delle catene di ristoranti, del cibo merce e via discorrendo ha cancellato un bel pò di quel legame, stavolta autentico, tra cibo, cultura, ritualità, conoscenza, mito.
Di tutto questo è piena la storia culinaria del mondo e c’è voluta la festa della pecora di Monte San Vito, qualche pietra a forma di casa e abbeveratoio alla fine di undici tornanti in salita, nel comune di Scheggino (PG), in Valnerina, per ricordarmelo.

Un posto incredibile, abitato in inverno da una sola persona, la signora Maria. Quella dei pascoli e dei pastori è qui una storia antica, ricca di aneddoti e significati. L’origine della festa, tanto per dire, si deve ai contratti d’affitto dei pascoli di montagna. I proprietari dei greggi transumanti si impegnavano, in occasione delle celebrazioni in onore della Madonna del buon Consiglio, ad offrire due pecore, al fine di scusarsi di eventuali sconfinamenti delle bestie nei pascoli privati. Una pecora  era consumata dalla popolazione, l’altra consegnata al santese di turno (che si occupava anche della processione, i giochi e il ballo in piazza) per il pranzo della “festa della pecora”.
I piatti della festa sono prelibati e rari: dagli gnocchi al sugo di pecora alle braciole, ma il clou arriva con la pecora alla cacciatora. E’ una sorta di spezzatino in bianco, preparto con aglio, alici, capperi e maggiorana. Anche sull’origine degli animali non si transige: appartengono a Roberto, un vecchio pastore delle montagne del posto.
Ho passato la notte abbracciato ai digestivi ma ne è valsa la pena.  Oh, in fondo è per la tradizione…

Gli gnocchi al sugo di pecora e… pecorino

Pecora alla cacciatora

Tavolo con vista…
FOTO: ANNA SETTEPOSTE

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