Il gelato che non si squaglia. Ogm, Ue, ahi, ahi, ahi…

Non bastava il ritorno dei capelli sulla testa di Berlusconi, le tette dell’attricetta di turno che si gonfiano come palloni o le rughe che spariscono da un giorno all’altro. Non avevamo raggiunto il colmo con i cocomeri a forma di cubo, i pomodori giganti, il granoturco che nasce poc corn e la gallina dalle uova sode…

C’era bisogno anche del gelato che non si squaglia, evidentemente. E allora eccolo servito, dopo che la solita Commissione Europea ha dato il via libera a coni e coppe capaci di resistere a bassissime temperature senza perdere cremosità, e dunque a prova di climi tropicali, anche intorno ai 40 ° C. La magia, o se vogliamo il sortilegio, sta tutto in un particolare ingrediente, la proteina Isp (Ice structuring cream), che deriva da un lievito OGM, presente in natura nei pesci dei mari artici, isolata in laboratorio e immessa sul mercato dall’Unilever.
Come se non bastasse il nuovo ingrediente sarà etichettato semplicemente come proteina, in base alla attuale normativa dell’Unione Europea, che non sottopone casi come il gelato della Unilever alla regolamentazione prevista per gli Organismi Geneticamente Modificati. Insomma, senza una laurea in Biotecnologia scordatevi di poter capire che gelato state leccando…
Ecco cosa pensa di questa diavoleria Simone Bonini, artefice di Carapina, una strepitosa gelateria artigianale di Firenze

Capannello sull’articolo di Repubblica che annuncia l’arrivo del gelato OGM che non si squaglia. Si riconoscono una dubbiosa Roberta Perna (giornalista, a destra), un concentratissimo Simone Bonini (al centro) e il celeberrimo critico, giornalista, scrittore, gourmet, autore, attore, star della Tv… Insomma, Leonardo Romanelli


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