Ecco perché la 2017 è la mia “annata kriptonite”. Quello che di solito è un Chianti Classico tutto fiore, agrume e sferzate “radda Style”, diventa un Bugialla decisamente “maghrebino “. Fuligginoso, cioccolatoso, pomodoroso, crudo, metallico, stretto, concavo.
E però lo bevo e ne parlo lo stesso. Prima di tutto perché è un vino onestissimo nella sua fedeltà millesimale, e non è scontato. In secondo luogo perché non è vero che noi bevitori all’ultimo stadio vogliamo solo le annate presunte migliori, quando si tratta di vini/vignaioli che sono entrati nel nostro cerchio della fiducia. Esattamente come non andiamo a mangiare un boccone con un amico solo e soltanto quando è nella sua serata di massima simpatia e splendore.
E poi, è parecchio divertente cercare il vino che, pur coi limiti dell’annata, in qualche modo la sfanga e la porta a casa: c’è praticamente sempre. In più col vantaggio di essere pronto prima di altri magari più buoni, aiutando in quelle sere in cui sei più capriccioso e indeciso. Insomma, il vino dell’annata kriptonite comunque serve.
Per questo non capisco perché produttori e consorzi si ostinino il più delle volte a portare avanti una narrazione dove c’è spazio solo per il buono e l’eccellente. Cioè lo so, ma non capisco lo stesso: se tratti i tuoi destinatari da fessi, è molto probabile che i tuoi vini li berranno dei fessi. Gli appassionati non fessi invece bevono anche i vini di vendemmie interlocutorie e ne berrebbero anche di più, se i listini fossero più elastici. Un modo per dire: non costa di meno necessariamente perché è più tristo, ma perché lo godremo meglio da giovane.
Così come l’annata a due stelle non finisce per forza dietro la lavagna col cappello d’asino, ma serve anche a identificare quelle realmente a cinque stelle. Che di fatto non esistono più nel momento in cui tutte lo millantano.
Invece non è così. Le piccole, medie e grandi annate ci sono, perciò bisogna usare tutta la scala. È quello che proviamo a fare con la Carta delle Annate di Tipicamente Magazine: ci sarà anche questo nell’Almanacco Chianti Classico 2023, secondo numero in uscita coi primi frescori autunnali: ancora un po’ di pazienza e arriviamo.