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[Dai Social] Ascione – Alongi | Canaiolo 2021


Sul nuovo progetto del tandem Giovanni Ascione-Maurizio Alongi e sulla figura del négociant in Italia – il più delle volte fraintesa, manipolata, negata – ha già detto praticamente tutto Titti Casiello su Cronache di Gusto, in un articolo che vi consiglio vivamente di recuperare (link).

Allora salto le premesse e vado direttamente al finale: come diavolo sono questi nuovi vini di négoce di cui non sappiamo quasi niente (non la zona, non il “cru”) se non la varietà e l’annata (2021 – editato: ci vuole la vista di Superman per leggerla)?

Comincio dal Canaiolo, quello che nel gioco della “ricetta” chiantigiana viene raccontato come ideale complemento del sangjovese con la sua fragranza fruttata, la solida spalla, il nerbo misurato e i tannini sì vivaci ma senza le spigolature scalene dell’azionista di maggioranza.
Ebbene: un identikit certificato ed eluso allo stesso tempo. Il perfetto peso medio da sbicchierare o tenere a portata di mano con spezzatini, umidi e cacciatore, certo. Ma con più polpa, più scheletro sapido, più vigore solare, terroso e speziato di quanto la mia memoria associasse al vitigno. L’esatto punto di incontro tra le ispirazioni di “serietà” e le pulsioni sgargarozzanti inscindibili nel Vigna Barbischio e nel fu Sabbie di Sopra il Bosco.

Non il vino che ci cambierà la vita, non la bottiglia che ci andremo a cercare ad ogni costo, eppure una nuova “cosa” che a pensarci bene non assomiglia per ora a nient’altro e che avremo voglia di bere ancora e ancora.

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