Monsieur Bernaudeau comunica: “Non posso scrivere l’annata in etichetta perché mi sono stufato di mandare i campioni per l’approvazione della AOC a Valorifrancia e lo faccio uscire come vino da tavola, pardon, Vin de France, e allora uso un codice insospettabile per il lotto (L2017R10) che nemmeno Touring riesce a decodificare e stampo l’annata direttamente sul tappo, tanto quelli della Camera di Commercio di Touraine mica possono aprire le bottiglie per trovare l’inghippo e farmi la multina”.
Tutto il resto è la vecchia tiepida estate del nord, i riverberi pastello del giallismo boreale, la mela un attimo prima di diventare sidro, il polline non ancora propoli e miele, il bancone umido trailer di petanque risolutiva, l’acqua dolce che aspetta di caricarsi di sale, l’ultimo pezzo di fiume che annuncia l’oceano, l’ostrica promessa di perla.
Che è solo un modo di dire: bianco che piace a chiunque viaggi sguarnito di camice, provette e bilancino, armato solo di amici e cavatappi.