Parafrasando don Mimì Soriano nella scena finale di Filumena Marturano, è o non è un diritto del bevitore avere un occhio particolare per una zona, una tipologia, un produttore, senza che gli altri “figli” ne abbiano a male e trovandolo quasi giusto?
Sinceramente non lo so, ma so che quando ci sono di mezzo le etichette ottagonali con la scritta Baricci, luccico di ammirazione e gratitudine, molto prima dello stappo e del bicchiere riempito.
Non devo chiedermi chissà quali perché: il podere Colombaio di Montosoli è semplicemente il posto di Montalcino in cui mi sento più a casa, ogni volta.
Insomma, potrei non essere obiettivo al 100% (solo al 99,9), ma mi fido pienamente dell’algoritmo trangugiatorio e dico che questa è una versione meritevole di essere seguita.
Naso rosso rosso carnoso ricco di sfumature terrose e balsamiche, come ne sto trovando su tanti 2019 buoni, con giusto un velo “nocioso” e tostato da sistemare.
Bocca comprensibilmente giovane, calda, ma comunque già più amalgamata del 2018 assaggiato nella stessa fase, dove l’alcol scappava e bruciava.
Sapore e nerbo: presenti all’appello. Polpa e tannino scalciante: in primo piano. Energia e compattezza: stappare senza fretta. Probabilmente 2015 e 2016 restano un gradino sopra, ma è un Rosso in totale stile Baricci da annata felice.