
Non capisco come i tifosi dei Gunners abbiano potuto accettare il cambiamento e superare lo shock. Highbury era uno degli stati più british e affascinanti del mondo, quasi inghiottito dal quartiere che gli dà il nome, mentre il nuovo Emirates sembra un contenitore di plastica.
Ho visto partite di Premier in tutti e due gli impianti: farei carte false per tornare nel vecchio Highbury e respirare quell’atmosfera piovigginosa, mentre mi sono annoiato da morire durante tutta la tiritera di Arsenal – Newcastle, ingabbiato in percorsi fatti ad hoc per il tifoso – consumatore, inebetito da birre scadenti e hotdog immangiabili.
Non scopro niente di nuovo: il calcio che abbiamo conosciuto noi ragazzini degli anni Ottanta non c’è più, annichilito dal dio denaro, confezionato dagli sponsor e totalmente de-popolarizzato.
Ovvio che gli stadi si stiano pian piano adeguando. Smettendo di essere solo stadi, dividendo la scena con centri commerciali e palestre, store di mutande e calzini brandizzati, ristoranti di ogni genere e di dubbio gusto.
In quest’ottica, fissando l’attenzione sulle strutture e lasciando da parte l’aspetto squisitamente sportivo, per non dire quello romantico, ho cominciato a ragionare sulle migliori attrattive pallonare per i gastromaniaci come il sottoscritto. Ecco le prime che mi sono venute in mente:
– Il ristorante Geranium al Parken Stadium di Copenaghen
La città è di quelle in cui può succedere di tutto e la scena gastronomica così fertile da far nascere un Tre Stelle allo stadio. Lo chef Rasmus Kofoed è fissato con prodotti locali, stagionali e, ovviamente, organic. Molti i piatti originali che hanno portato il locale ai vertici assoluti della critica internazionale: Bocuse d’Or, Tre Stelle Michelin e 28° posto nella super classifica dei 50 Best Restaurants. Per dire.
– La Brasserie di Paul Bocuse al Parc OL di Lione
Paul Bocuse è uno dei personaggi più importanti della ristorazione internazionale, ovvio che nella sua Lione sia una vera autorità. Basti ricordare che l’Aubuerge du Ponte de Cologne ha festeggiato 50 anni di Tre Stelle Michelin consecutive e che il fatturato di tutti i suoi locali si aggira intorno ai 25 milioni di euro all’anno. Poteva mancare il suo zampino nel bellissimo stadio della città? La Brasserie des Lumières è aperta dal lunedì al sabato, nei giorni festivi e in quelli in cui c’è la partita. L’accesso al locale è regolato dal calendario dei match e la possibilità di cenare all’ora del fischio d’inizio garantita.
– Il birrificio nel nuovo White Hart Lane di Londra
Il nuovo stadio del Tottenham sarà pronto nel 2018 ma le indiscrezioni e i primi articoli parlano di un progetto ultramoderno, con tanto di avveniristico impianto acustico. Non è la capacità di far risaltare i cori dei tifosi quel che ci interessa, tuttavia. La bomba è che l’impianto ospiterà un birrificio da 10.000 pinte al minuto, per un totale complessivo di un milione all’anno. Sissignore, gli Spurs avranno la loro birra artigianale. Non un prodotto a marchio ma qualcosa creato in prima persona dai birrai scelti dal club.
Postilla finale. Rimanendo in tema birra, il pensiero di ogni appassionato non può che volare al bar del Joseph Marien di Bruxelles, casa de l’Union Saint–Gilloise. Il club ha trascorsi leggendari, è stato fondato nel 1897 e vanta ben 11 scudetti vinti. Non è per questo, tuttavia, che vorrei andare un giorno a tifare Union; i proprietari della mitica Brasserie Cantillon sono da sempre super tifosi di questa squadra, tanto da avergli dedicato una delle loro Lambic: la Cuvée de Saint–Gilloise. Non solo, questa birra speciale viene servita alla spina alla buvette dello stadio, rendendo l’esperienza unica e irripetibile.