Terre Margaritelli non ha ancora una notorietà diffusa ma sono sicuro che molti conoscono il marchio Listone Giordano.
Bene, la cantina che porta il primo nome e il celebre produttore di parquet e pavimenti in legno di pregio appartengono alla stessa famiglia. E allora? Sono molte le aziende che hanno “diversificato”, entrando nel vino da altri mondi, direte voi. Giusto, però stavolta c’è un legame intrigante tra i progetti e un risvolto che può fare la differenza, se sfruttato a dovere.
Non ci vuole molto a capire che è il legno a fare da trait d’union, materia in cui la Margaritelli è una vera autorità. Nel 1962 la famiglia costruisce una segheria in Francia per gestire direttamente l’intera filiera. Guarda caso a Fontaines, appena 25 chilometri da Beaune.
Da lì, parallelamente agli interessi della casa madre, viene avviata una grande ricerca per verificare l’incidenza del rovere sul vino in rapporto alla foresta di provenienza*. Allo studio prendono parte importanti enti francesi tra cui il Consiglio Regionale di Borgogna, l’Ente Nazionale per la gestione forestale ed il Sindacato delle tonnellerie.
Essere così ben introdotti nel mercato del legno offre una golosa corsia preferenziale nel rapporto con le tonnellerie della zona, da sempre croce e delizia delle cantine italiane che lamentano, a torto o a ragione, trattamenti non sempre pari a quelli riservati ai colleghi francesi.
Sia come sia, il Torgiano Rosso Riserva Freccia degli Scacchi 2013 ha una timbrica aromatica che non esiterei a definire borgognona. Certo la purezza del frutto e uno stile finalmente sottrattivo portano in una direzione precisa ma è soprattutto la grana e la tonalità della componente tostata a condurre la mente dalle parti di Beaune.
Devo dire di essere rimasto colpito da questo rosso. Un risultato che mai avrei immaginato, capace di fa compiere un balzo in avanti e un deciso cambio di direzione allo stile maison.
Non ricordo vini Margaritelli così convincenti in passato; sono stato spesso freddo con queste bottiglie e non ho risparmiato le mie critiche.
Stavolta, altrettanto onestamente, devo fare un plauso convinto. Avevo già assaggiato il vino alla cieca all’inizio dell’estate scorsa, stropicciandomi gli occhi al momento in cui è stata svelata la bottiglia. Il test dei giorni scorsi suona come una conferma. Super! direbbero i francesi.
Il progetto Terre Margheritelli in sintesi:
– Nasce in una bellissima collina di Miralduolo, nel comune di Torgiano
– Il podere è stato acquistato dalla famiglia Cosmi, che allevava viti e produceva vino, nei primi anni 2000
– Oggi la tenuta si sviluppa su 60 ettari, di cui 52 di vigna in un unico corpo
– L’azienda opera in regime biologico certificato
* La Margaritelli Fontaines ha supportato il progetto fornendo legni di diverse foreste: 24 alberi ciascuna per avere una campionatura significativa e variegata.
Per ogni foresta sono state ottenute barriques costituite da doghe provenienti da alberi diversi. In queste è stato affinato, fino a dicembre 2003, vino Pinot Nero di Michel Juillot, vendemmia 2002.
Nei primi mesi del 2004 è stata fatta una degustazione alla cieca con alcuni sommelier professionisti cui è stato chiesto di compilare una scheda di degustazione.
Sulla base di questa ricerca la Margaritelli ha deciso di utilizzare solo ed esclusivamente rovere proveniente dalla foresta di Bertrange, in Borgogna.
Le barriques, al momento, vengono tutte fornite da una tonnellerie borgognona, con cui Margaritelli Fontaines ha rapporti pluridecennali e la possibilità di verificare la provenienza del legno.
Nel 2016 la Margaritelli Fontaines si è aggiudicata alcuni lotti della foresta di Bertrange. Da questi alberi verranno presto prodotte alcune barriques.