Ryokan Vissani

Se c’è un menù che merita di esser letto e un piatto di esser raccontato, lo trovi qui a Civitella del Lago, nel Grand Canyon umbro.

Fegato grasso al caffè, zuppa di ceci, pera Kaiser ed enoki, purea di prugne. Cappelletti di farina di kamut, King crab affumicato, fonduta di Piave.
Talmente buoni da rinunciare a secondo e dessert per riportarmi a casa il sapore, (peccato i due Scapa e il caffè), con l’umami come cifra di una cucina visionaria, disturbata, fatta di slanci, entusiasmante. Ansiosa ma unica. Sapori che t’accompagnano per un buon tratto di strada, nel mio caso fino a Todi.
Cremino di lepre cruda, fegato grasso e caviale, tartufo nero sotto la brace. E poi tutto il resto.
Una brigata di sala impeccabile ma rilassata. Mai un movimento superfluo o una parola di troppo. Un sommelier bravo e modesto, di grande sensibilità e ancora curioso. Ho mangiato su piatti di Hermès e il tavolo era abbellito da cristalli Lalique. In bagno i rotoli di carta igienica hanno il bollino adesivo personalizzato così come gli asciugamani sono marchiati Vissani (ne ho rubato uno). Ho chiesto la password per il wi-fi e ,stampata all’interno di una brochure , mi viene servita su vassoio d’argento.
Tutto il necessario, e anche gran parte del superfluo, per un esperienza diversa, fuori dal tempo e fuori dai luoghi.

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