L’appuntamento numero 20 con Chianti Classico Collection, annuale sfilata di galli neri vecchi e nuovi, contribuisce, diciamo così, ad accrescere il clima di generale incertezza del momento.
E’ stata l’ultima edizione dell’anteprima come qualcuno vocifera e altri scrivono? Ci sarà un accorpamento con Classico è, l’evento di giugno organizzato dallo stesso consorzio? Si troveranno formule innovative o tutto continuerà come è sempre stato?
Nel dubbio, mi sono goduto ancor più la bellezza della Stazione Leopolda, tra i pochi esempi in Italia di architettura storica adattata con classe alle esigenze della contemporaneità, oltre a dei vini che restano, nonostante i distinguo di un territorio tanto grande ed eterogeneo, in cima al mio personale indice di gradimento.
Fuori da ogni pretesa di ricognizione esaustiva, del tutto inadatto a traccire un profilo puntuale dei millesimi su cui tutti si accaniscono (quei maledetti si divertono ogni volta a sovvertire le mie scientifiche previsioni), ecco tre vini tre, di altrettante annate, che finiranno dritti dritti nella mia cantina:
Val delle Corti – Chianti Classico 2010
Un vino che ti prende per la gola. Immediato, delizioso nei profumi di dolci frutti rossi maturi, racconta l’annata in maniera magistrale, perfettamente bilanciato tra note mature e fragranti, succose e croccanti. Oltre ai frutti rossi c’è un tocco di pesca, subito rinfrancato da sfumature balsamiche che attraversano una bocca affatto scarna, di splendida profondità e allungo. Neoclassico.
Monteraponi – Chianti Classico Baron’Ugo Riserva 2009
E’ il miglior assaggio dell’anteprima? Forse. Di sicuro è un grande Chianti Classico che lancia definitivamente in orbita una cantina che non sbaglia più un colpo. Un rosso struggente, quasi borgognone nei toni speziati, di foglie secche, terra e cacciagione; di impalcatura gustativa setosa, magistrale nel gioco tra ampiezza e profondità. Davvero magnifico.
Le Cinciole – Chianti Classico Riserva 2008
Basta fare un salto tra le vigne dell’azienda per capire quanto sia territoriale questo vino. Un ventaglio aromatico inconfondibile che incrocia tratti floreali e sassosi, ben amalgamati da un frutto delicato eppure maturo che richiama la dolcezza croccante dei lamponi e quella acida dell’arancia rossa. Tannino un filo sopra le righe, marchio di fabbrica dell’annata che stringe un po’ i finali. Per come la vedo io, anche questo è un merito…