Per come la vedo io, il blog è uno strumento piuttosto libero. A differenza dei canali classici, permette una certa flessibilità nel flusso dell’informazione che, per dirne una, da unidirezionale diventa multidirezionale.
Ma non finisce qui: il blog può anche accogliere una riflessione parziale, non esaustiva, e in alcuni casi può addirittura servire a farsi e a fare delle domande, reclamando un supplemento d’indagine.
Quasi sicuramente non avrei scritto del Vino di Anna per un giornale o una rivista perché del Vino di Anna e della cantina che lo produce non so quasi niente. Lo faccio qui, aspettando magari qualche specifica e con l’intento dichiarato di approfondire la faccenda.
L’ho bevuto grazie ad un amico. Un oste colto che ha aperto un locale* delizioso a Napoli, dove le scoperte di questo genere sono all’ordine del giorno, tanta e tale è la competenza e la passione per il vino.
Ho letteralmente goduto di quel rosso dell’Etna targato 2008, senza nessuna influenza conoscitiva o sporcizia mediatica. Elegante e voluttuoso allo stesso tempo, quel bicchiere ha pian piano spalancato il suo ventaglio di profumi: dall’amarena all’alchermes, passando per un tripudio di spezie (pepe, chiodi di garofano) e addirittura pain d’épices. Tanta roba ma non troppa, e soprattutto un bilanciamento equilibrato che trova durezze al palato, un tenore acido che mi è parso importante e un tannino ancora duro, serissimo e affatto accondiscendente, con retrogusto di radici.
Un vino che accende più di una lampadina insomma e che mi ha portato a fare qualche piccola ricerca in giro per la rete. E’ distribuito da Les Caves de Pyréne* e prodotto da Anna Martens, giovane enologa australiana che, dopo aver lavorato per Ornellaia e Passopisciaro, ha deciso di produrre il suo vino. Le micro-vigne sono nei pressi di Solicchiata e arrivano fino a novant’anni di età. Il Vino di Anna ’08 è un nerello mascalese al primo anno di imbottigliamento. E tanto mi basta per continuare l’indagine…