Luigi Tecce, Poliphemo e Capossela


Una visita a Paternopoli, in Alta Irpinia. Fin lassù per chiacchierare con Luigi Tecce, passeggiare attraverso i suoi vigneti, degustare il suo Taurasi Poliphemo. Non è la prima volta, ho assaggiato spesso i suoi vini nell’ultimo anno.

All’inizio ho guardato Luigi sistemare con cura un tavolino della minuscola cucina, giusto accanto alla cantina. Poi abbiamo cominciato a chiacchierare e lui ha preso i bicchieri dalla mensola, allineando perfettamente le bottiglie sul bancone.

Mentre cominciavo a prendere i primi appunti ha preparato qualcosa da mangiare, per far scorrere via piacevolmente la degustazione. Poi si è assentato per un momento. Giusto qualche istante, per tornare con uno stereo portatile e un cd. “Un po' di musica”, mi dice. Benissimo, è il modo migliore per iniziare bene la degustazione.

Lo stereo suonava mentre ho alzato il primo bicchiere, accanto ad un muro bianco, poi verso la luce proveniente dalla piccola finestra. Un gesto rapido, prima di mettere il naso dentro il bicchiere e carpire i dolci aromi di ciliegia matura. E via così, sempre con la musica in sottofondo, quasi ci fosse una terza persona dentro la stanza. Uno che cantava e ci guardava mentre assaggiavamo, una dietro l’altra, le diverse annate del Taurasi Poliphemo. Prima la 2007, quindi a ritroso 2006 e 2005.

L’inatteso ospite, Vinicio Capossela, ci ha deliziato con il suo ultimo album: Marinai, Balene e Profeti. Che ci stava alla perfezione.

Come quando canta di un “vino con un occhio solo”, durante Vino Vinocolo. Un occhio solo, pensavo e ripensavo guardando la nuova etichetta del 2007, con un bel disegno di ciclope. E bravo Vinicio, un occhio solo…

E poi: “vino che abbatte il ciclope non conoscevo il succo dell’uva …”.  Mentre Luigi si concentra sul suo bicchiere.

Bevevo latte e mi ha vinto il miele del succo dell’uva pigiata…”. Capossela continua il suo racconto.

A grandi coppe bevono i barbari
Al vino scostumati
Danzano in coro, danzano in coro e ne chiedono ancora e ancora
Ridono in bocche di anfore
Profumi di viola e di sangue
Vino ematoso, vino ferroso
Vino di Mèrone stuporoso

Una musica particolare, quella di Capossela. Si sente subito che ha ritmo e una storia da raccontare. Come il vino di Tecce. Come il Taurasi, che vi piaccia o no. Che si capisca o no.

Un nessuno, nessuno da niente
mi ha vinto col vino mi ha vinto col vino
”.

Mi ha vinto col vino, penso. Già, è proprio così…

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