Essere in due luoghi nello stesso momento è un potere da supereroi. Non essendo io né super né eroe, in un posto c’ero, l’altro, l’ho immaginato.
Con alle spalle la statua di una donna senza testa ma con due enormi ali a sfidare il vento, entro in un buio corridoio con il pavimento di legno chiaro che scricchiola di vecchiaia ad ogni passo. Volto lo sguardo alla mia sinistra e gli occhi si inchiodano ad un affresco di un certo Botticelli Sandro, dal titolo “Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane”.
Tutto bianco: pareti, pavimento, tovaglie, soffitto, nella enorme sala apparecchiata. Fatti spazio, spingi, corri veloce Lello, che finisce il Brunello di Montalcino Riserva 2004 di Biondi Santi e il Barolo Monfortino Riserva 2002 Giacomo Conterno. Tracannati questi due primi bicchieri sono più tranquillo, posso dire di averli assaggiati pure io.
Tre passi e altro Botticelli. Attraveso due corridoi di tavoli e mi ritrovo davanti a "tre T": Taurasi 2006 – Urciuolo, Taurasi Radici Riserva 2004 – Mastroberardino, Taurasi Vigna Cinque Querce Riserva 2005 – Salvatore Molettieri, tanto per azzerare qualsiasi dubbio sulla forza del Taurasi di districarsi in ogni condizione climatica. Mi giro, mi rivolto, piroetto. Occhi sempre più sgranati fino ad incrociare quelli di un Santo a me molto caro. Il “San Sebastiano” di Mantegna. E adesso? come si fugge da questi tannini? Dove? Quale vino dovrei bere per rimettere in ordine la bocca? Continuo con tannini a go go e che non se parli più. Montefalco Sagrantino Arquata 2006 – Adanti e Montefalco Sagrantino Colle Grimaldesco 2006 – Tabarrini.
Corri Lello, corri; abbiamo poco tempo. Un trittico dagli sfodi sfumati, dalle luci ben puntate, dalle figure in "tre D". Non saprà giocare a scopa e neanche misurarsi la febbre ma con il pennelo ci sa fare, ecco a voi, Leonardoooooooo Da Vinciiiiii. “Vergine delle rocce”, “San Giovanni Battista” e “Bacco”. Cerco spazio tra un milione di persone, c’erano tutti gli Italiani che hanno avuto il posto di lavoro promesso qualche anno fa, e, a spintoni e gomitate, arrivo al banco del maestro: Trebbiano d’Abruzzo 2008, Montepulciano d’Abruzzo 2006, Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo 2009. Tutti targati Valentini.
Corri, scappa, vedi, divora e via. Un quadro buio. Se scuro deve essere che scuro sia, e in sequenza mi sparo dritto nello stomaco: Flaccianello della Pieve 2007 – Tenuta Fontodi; Brunello di Montalcino Madonna del Piano Riserva 2004 – Tenuta Val di Cava; Bolgheri Superiore Ornellaia 2007 – Tenuta dell’ Ornellaia; Camartina 2007 – Querciabella; Galatrona 2008 – Fattoria Petrolo e Lupicaia 2007 – Castello del Terriccio.
Pessima idea quella di camminare tra due ali di vino che ti chiamano: “Io sono qui, vieni, bevi me, bevi me”. Le voci di visi angelici e furbeschi “guarda me, non andare via, guarda me”. Come faccio? ho poco tempo. Sala numero 6. Difronte mi trovo una donna che non mi stacca gli occhi di dosso manco se gli giro intorno a 360° e alle spalle sono aggredito da un’ammasso di uomini, donne, cani, brocche, lungo e largo quanto una porta da calcio. La sala 6 è la sala 6 è basta. Molti mi chiamano: Lelloooo… Lelloooo… Ma in questo caso vado io da loro senza farmi pregare più di tanto: Le Pergole Torte 2007 – Montevertine e Nobile di Montepulciano Riserva 2006 – Poderi Boscarelli.
Quasi sfinito cerco di riposare almeno per un minuto. Diana, Luca, Massimo e Daniele, insieme gridano: LELLLLOOOO, corri, non abbiamo tempo. Ultimo sprint. Un mio, quasi, omonimo si è permesso di dipingere: “San Giorgio e il drago” e “San Michele sconfigge Satana”. Io, invece, per sconfiggere Satana uso armi diverse. Raffaello, mi dispiace, ma sei troppo guerrafondaio. Io scelgo la bellezza gustativa del Barolo Brunate-Le Coste 2006 – Giuseppe Rinaldi; Barolo 2006 – Bartolo Mascarello e il Barolo Le Rocche del Falletto 2004 – Bruno Giacosa.
Ho guardato e bevuto, non mi sono soffermato su nulla ne tantomeno concentrato su un solo vino. Dovevo ingurgitare quanto più possibile. Forse, non ricorderò una emerita mazza, ma esco, dalla piramide di vetro, pienamente soddisfatto e dal cubo grigio, totalmente ubriaco.