L’ultracentenaria perugina “Società del Gotto”, nell’ambito di una serie di incontri culturali, mi aveva riservato un intervento su un argomento a piacere.
Così, dopo averci ruminato su qualche oretta, sulla base di qualche mia presunta competenza culinaria, ho comunicato il titolo: “I 4/5 del quinto quarto: scorribande gastronautiche fra tradizione, cambiamento e contaminazione”.
Che si parlasse di frattaglie si poteva anche capire, ma per dare qualche elemento in più, magari per incuriosire chi sarebbe intervenuto, ho creduto prudente aggiungere, a mo’ di sommario: “Una chiacchierata semiseria sull’andar per cibo di un amante di estremismi e trasgressioni culinarie, all’interno della quale sarà resa ampia ragione del titolo, volutamente misterioso e intrigante”.
E così è stato. Ho intrattenuto un uditorio attento e numeroso (ma dopo c’era una cena gratuita, dove il piatto forte era la trippa!) su frattaglie, mangiare di strada e dintorni per un’oretta abbondante. Sul finire ho detto che la prossima volta che andrò a Firenze, oltre alla consueta tappa dal trippaio di fronte al mercato di San Lorenzo, andrò a far visita ad una certa trattoria, dove propongono il “bollito erotico”, fatto con la lingua, la poppa e la matrice di vacca (non traduco i due fiorentinissimi ultimi termini per non usare un linguaggio sconveniente).
La lingua fa parte da sempre delle mie esperienze gastronomiche; di più recente acquisizione la poppa. Quanto alla matrice, l’ho al momento solo vista tra i box dei macellai del mercato (quella di vacca, s’intende…). Non avendola mai assaggiata, ecco spiegata la ragione del bizzarro titolo della conversazione e la stima, approssimata per eccesso, del quinto mancante alle frattaglie che ho finora mangiato!
La foto è tratta dal blog di Cinzia Ciprì