
Nell’era di Internet, si sa, qualsiasi cosa può diventare facilmente monetizzabile: basta agganciare la persona giusta con l’esigenza giusta, non importa se macabra o politicamente scorretta. Cervelli imbalsamati di ex dittatori, mutande sporche di vecchie pop star, scarabocchi incomprensibili di sedicenti artisti: grazie a E-bay e alla sue diramazioni tutto può finire all’asta e trasformarsi in oggetto di culto e, di conseguenza, moneta sonante.
Consapevoli di questa lezione, vogliamo ricompensare l’immotivata attenzione di quei quattro sciamannati che ci leggono, anticipando una notizia che potrebbe fruttare loro un po’ di quattrini. Archiviate e conservate bene i nostri vaneggiamenti messi sotto forma di post perché tra breve potrebbero valere una fortuna. Se dovessero confermarsi le indiscrezioni che arrivano dal Min.Sal.Vin. (Ministero per la Salvezza del Vino Italiano), il nostro blog sarà presto messo fuorilegge e i nostri scritti diventeranno una sorta di documento archeologico, testimonianza di un’epoca e di una razza estinti.
Non lo sapevate? Non appena sarà approvato il decreto legge, infatti, potranno scrivere di vino soltanto gli iscritti al Gadde, il Grande Albo del Degustatore Etico.
Inutile dire che la nostra richiesta di adesione è stata immediatamente cestinata. Ho ancora negli occhi il sorriso beffardo della signora allo sportello unico che si accendeva una sigaretta biologica con le pagine della guida di Gambero Rosso.
Anche se formalmente c’è da attendere ancora qualche settimana, ai più attenti non è certo sfuggito che l’Era del Degustatore Etico è già bella che iniziata. Anche se prossimi all’estinzione, noi che non lo siamo e non lo potremo mai essere purtroppo, vogliamo utilizzare i nostri ultimi giorni per una buona causa: aiutare i nostri lettori meno “rock” a familiarizzare con questa svolta epocale, grazie alla quale finalmente il male sarà sconfitto dal bene, i cattivi andranno all’inferno e le vigne italiane diventeranno tanti Montrachet, con buona pace di quel popolo che si qualifica al mondiale con un colpo di mano.
Anzi, grazie alle nostre lezioni anche voi potrete facilmente diventare dei bravissimi Degustatori Etici. Iniziamo con le parole che un apprendista deve assolutamente padroneggiare ed utilizzare dalla a alla z per aspirare a far parte della categoria.
Artigianato: è una delle parole chiave del Degustatore Etico, meglio se accompagnata dall’aggettivo “alto”. Perfetto da sfoderare in contrapposizione ad “industriale”, ma in caso di difficoltà si può precisare che si tratta di un “concetto produttivo” svincolato dai numeri.
Consiglio per gli apprendisti: parola che suona benissimo, fa subito competenza figa ed esclusiva, usare senza moderazione.
Diversità: ricordate la Fattoria degli Animali di Orwell? Allora avete presente la “costituzione” post-rivoluzionaria che viene costantemente aggiornata fino a sancire che “tutti gli animali sono uguali ma i maiali sono più uguali degli altri”. Per il Degustatore Etico tutti i vini sono diversi ma quelli di cui parla sono più diversi degli altri. Per il Degustatore Etico la diversità non è un concetto ma la sua arma più potente, da utilizzare contro quelli che bevono e parlano di vini “uguali”. Ah, la tauromachia.
Consiglio per gli apprendisti: altra parola chiave da usare senza moderazione; nel caso in cui ci siano altri che provano ad occuparsi dello stesso vino, ricorrere immediatamente alla primogenitura (cfr.).
Nota di cronaca: sembra che Al Qaeda stia facendo incetta di “vini diversi” per organizzare nuovi attentati nel medio Oriente. In Cina, invece, un giovane studente è stato giustiziato dopo aver ammesso che stava bevendo un vino uguale a quello del vicino di tavolo.
Memoria: ottimo strumento, specialmente se vi si fa ricorso per ricordare tutti gli errori, gli scandali, le forzature, i giudizi sbagliati dei nemici del popolo. Da evitare accuratamente se fa riaffiorare concetti personalmente espressi non esattamente in linea con le nuove parole d’ordine.
Consigli per gli apprendisti: il perfetto Degustatore Etico evita di mettere liberamente a disposizione archivi interattivi troppo profondi, non prima di un’accurata revisione, almeno.
Conflitti di interesse: esistono solo ed esclusivamente quelli degli altri. Per definizione ontologica, il Degustatore Etico non può avere conflitti di interesse, anche se vende vini, segue le pubbliche relazioni di qualche azienda, organizza eventi o segue iniziative per le quali sono previsti contributi aziendali.
Consigli per gli apprendisti: se qualche stupidello vi fa le pulci, rispondetegli che 1) i vini di cui parlate sono talmente buoni che venderli è un atto di giustizia sociale; 2) le vostre collaborazioni con questa o quella azienda non vi spingeranno mai ad un occhio di riguardo nelle vostre iniziative e men che meno a “sottovalutare” un’azienda concorrente; 3) non guadagnate niente di niente in nessuna cosa, fate tutto solo per passione.
Punteggi: la parola punteggio è per il Degustatore Etico come l’aglio per il vampiro. Il vino è una materia viva e non si può giudicare come fosse uno studentello di scuola media, figuriamoci poi se assaggiato in batteria come polli di allevamento. Non importa se ogni tanto scappa qualche simboletto numerico, quelli sono solo “indicazioni di gusto sintetiche”. E poi comunque non accadrà mai più.
Consigli per gli apprendisti: qualche nemico del popolo proverà a dirvi che il rifiuto dei punteggi è una paraculata per non avere né contenti né scontenti e per sdoganare un relativismo empirico senza gerarchie ma anche senza chiarezza per il consumatore. Mandatelo semplicemente a cagare.
Premi: altro retaggio del passato finalmente archiviato, da utilizzare sempre in tandem con “punteggi” per stanare i reduci e gli imboscati. Inutili, autoreferenziali, responsabili dei peggiori disastri dell’ultimo secolo, il Degustatore Etico gli dà talmente poca importanza che passa soltanto il mese di ottobre e novembre ad analizzare voce per voce tutti i grappoli, bicchieri e bottiglie.
Consigli per gli apprendisti: quando vedete un premio su cui non siete d’accordo alludete a magagne nascoste, quando siete d’accordo ricorrete immediatamente alla primogenitura (cfr.).
Guide: con punteggi e premi si può chiudere il pacchetto delle parole tabù. Solo se le fanno gli altri, però, perché quelle che scrive il Degustatore Etico non sono guide ma “strumenti conoscitivi rivolti ad un pubblico solo in parte informato”. Nell’era del Degustatore Etico il mondo del vino è qualcosa di più di una lista di allori, diamine: si scrive affinché si legga, c’è finalmente spazio per le storie, i territori e i vini meno blasonati. E se qualcun altro ha fatto già qualcosa di simile in precedenza, di sicuro non l’ha fatto apposta e comunque c’ha la rogna.
Consigli per gli apprendisti: se qualcuno vi fa pesare che comprate la Guida Verde o di Bettane quando andate in Francia, rispondetegli che vi servono per sistemare un tavolo dai piedi ballerini.
Vigna: da alternare a “diversità” e “artigianato” per evitare l’effetto ripetizione. Il Degustatore Etico è un vero e proprio mago della vigna, conosce a memoria cloni, portainnesti, composizioni dei terreni e i produttori farebbero bene a seguire i suoi consigli, anche quando nella vigna non ci ha mai messo piede e tendenzialmente evita di mettercelo. Perché tutte le vigne sono diverse ma alcune sono più diverse delle altre.
Consigli per gli apprendisti: qualche nemico del popolo che non si rassegna alla nuova era vi chiederà come potevano piacervi i vini di aziende che non avevano nemmeno un grappolo di proprietà. Rispondetegli che vi avevano mostrato falsi certificati di proprietà uvicola.
Amministrazioni Pubbliche: vogliamo scherzare? Lavorare con gli enti pubblici è una cosa vecchia e sorpassata, oggi i protagonisti non possono che essere i veri imprenditori, quelli che rischiano e scommettono sulla propria capacità.
Consigli per gli apprendisti: finché le Amministrazioni conserveranno la brutta abitudine di rendere accessibili al pubblico delibere e decreti, qualcuno potrebbe ogni tanto portare all’attenzione qualche incarico affidatovi. Rispondete indignati che tutto è successo a vostra insaputa e che provvederete quanto prima a devolvere gli emolumenti in beneficenza alla fondazione per la salvaguardia dei lieviti indigeni.
Degustazione alla cieca: diabolica e aberrante pratica-trappola, da evitare accuratamente. Il Degustatore Etico non ha timore di confrontarsi con l’assaggio al buio, semplicemente non vuole fare del male al vino che, si sa, è una cosa viva e potrebbe avere paura e soffrire parecchio chiudendolo dentro una stagnola o un sacchetto di tessuto sintetico.
Consigli per gli apprendisti: se proprio non potete fare a meno di sottrarvi ad una degustazione cieca e il vostro vino preferito esce male, precisate subito che è troppo particolare per essere confrontato con gli altri. Esaltate invece il potere di giustizia delle prove bendate quando a farne le spese sono presunti mostri sacri, meglio se premiati dalle vetero-guide.
Piccolo: è per definizione bello, simpatico e più diverso degli altri (cfr.), oggetto di ricerca privilegiato del Degustatore Etico, specialmente quando è ancora sconosciuto e incompreso. Parola da contrapporre a “grande” ma non sempre.
Consigli per gli apprendisti: invocare subito i concetti di “cerchiobottismo” e “fumo negli occhi” quando qualcuno che non sia un Degustatore Etico prova a parlare bene di un piccolo.
Grande: termine tendenzialmente da non utilizzare, se non come aggettivo per qualificare il vino prodotto dal piccolo. Ottimo per descrivere “esperienze imprenditoriali di dimensioni non lillipuziane”.
Consigli per gli apprendisti: se ve le trovate al vostro fianco, impegnate a sostenere qualche vostra iniziativa, spiegate che si tratta semplicemente di realtà “diversamente piccole” e che una grande azienda, a ben vedere, è la somma di tanti piccoli progetti. Non dimenticate di citare il paradosso di Zenone, anche se non c’entra niente, e fate notare come tremilioni di bottiglie siano in realtà 1.000 bottiglie ripetute tremila volte.
Copyright-Primogenitura: altro concetto fondamentale per la missione del Degustatore Etico. Il suo compito è quello di divulgare conoscenza ma questa è una faticosa conquista ed è preciso compito del Degustatore Etico vegliare e intervenire ogni volta che qualcun altro, collega Degustatore Etico o meno, prova a parlare delle stesse cose. Perché il Degustatore Etico passa tutta la sua vita in macchina e gira a casaccio per le campagne e le osterie finché non si imbatte in una novità meritevole di essere raccontata. Mica il Degustatore Etico si occupa di qualcosa che a sua volta gli è stata suggerita o raccontata da qualcun altro! Nell’era del Degustatore Etico non esiste il passaparola ma solo la scoperta esclusiva: tutti gli altri sono semplicemente come quegli appassionati di musica che scoprono un cantante al suo secondo album, quando ormai si è già omologato.
Consigli per gli apprendisti: i soliti personaggi in mala fede proveranno a farvi notare che la vostra necessità di esercitare il copyright del Degustatore Etico vi porta a parlare bene di tutti. Guardateli dritto negli occhi e rispondetegli che comunque ne avete parlato per prima e questo vi dà il diritto di prelazione anche su come e che cosa ritrattare.
Enologi: in linea di massima è una parola da evitare perché nell’era del Degustatore Etico il vino si fa in vigna, racconta il territorio e non c’è bisogno dell’ormai vetusto “lavoro di cantina”. Pare infatti che le regioni stiano finanziando coi Por degli enormi secchi con cui effettuare la vinificazione nel vigneto, utilizzando per l’affinamento direttamente la parte concava delle querce consociate.
Consigli per gli apprendisti: ancora una volta dovrete mostrare grande pazienza con quei vermiciattoli che enumereranno tutte le occasioni in cui segnalate vini firmati da enologi consulenti, magari proprio i più famosi. Sarà facile smontarli ricordando come si debba parlare in realtà di coordinatori della produzione. Inoltre ponete l’accento sul fatto che questi straordinari professionisti e uomini di scienza vi hanno fatto parte della loro amicizia con frasi e azioni sempre diverse. Quindi, il loro modo di operare è tutt’altro che omologato…