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Tipicamente 40 Best | Taurasi Mastroberardino (1952-2004)

0. collage apertura 3

Ispirato dall’ultimo surreale ’71 (link), mi è venuta voglia di mettere ordine tra i Taurasi di Mastroberardino incrociati nella mia inutile esistenza: per distacco il vino che ho bevuto più volte e in più annate.

Ne viene fuori una nuova rubrica: è la XX Best di Tipicamente, una sorta di hit parade-countdown con cui ci divertiamo a mettere in fila le 10, 30, 50 (o quel che sono) “migliori” annate, etichette, versioni di un qualcosa oggetto di approfondimento classificatorio sintetico.
In questo caso è una Forty Best, come detto interamente dedicata al vino simbolo dell’Irpinia e della sua azienda storica più importante: “il” Taurasi per antonomasia, quello che prima e più di tutti ha svelato al mondo – almeno dalla fine dell’800 – quali meraviglie possa regalare l’Aglianico appenninico al suo meglio. Non con una, non con due, ma con decine e decine di uscite ancora reperibili e in perfetta forma, comprese alcune delle vendemmie più mature. E soprattutto con migliaia di bottiglie stappate e ristappate nel tempo ai quattro angoli del globo, che danno senso alle cose scritte sui libri, partendo da definizioni pigre e abusate, ma non per questo campate per aria, come “Barolo del Sud”.

Non sono l’unico bevitore-appassionato, specie dalle mie parti, legato a questo vino da un vero e proprio rapporto di amore-odio. Da una parte lo veneriamo per le tante versioni capaci di incarnare quello spirito aristocratico-indomito-guerriero che rende inconfondibili i grandi Aglianico dell’Irpinia. Potenza, sapore, slancio, armonia, longevità, completezza tridimensionale: tutto insieme. Dall’altra non possiamo fare a meno di “maledirlo” per aver innestato nel nostro hard disk di memoria un modello stilistico troppo bello, troppo elevato, a conti fatti irraggiungibile per il 99,999999% dei Taurasi del Terzo Millennio.

Anche quando sono buoni e molto buoni – possono esserlo, ci mancherebbe – quelli di oggi sono semplicemente imparagonabili ai grandi Mastroberardino del Novecento, salvo rarissime eccezioni, già nella loro conformazione “fisico-analitica”. Del come, del quando e del perché abbiamo ragionato in tantissime occasioni, quindi non mi ripeto: è il momento di passare alla nostra speciale “Superclassifica Wineshow”, non prima però di aver chiarito qualche criterio metodologico.

40 Best Taurasi Mastroberardino | Istruzioni per l’uso

1. È un gioco.
2. L’arco temporale della hit parade copre poco più di mezzo secolo, partendo dall’annata 1952 e fermandoci alla 2004, convinti come siamo che non abbia logica stappare un grande Taurasi prima dei 20 anni, esattamente come ci regoliamo di solito con i più significativi Bordeaux e Rodano Nord.
3. Nel “conto alla rovescia” figurano esclusivamente i vini bevuti almeno due volte, da bottiglie acquistate o ordinate al ristorante (ed è il motivo per cui sono citati come “bonus track” i Taurasi 1928 e 1934, assaggiati soltanto in occasione di verticali storiche organizzate dall’azienda di Atripalda).
4. Salvo eccezioni rappresentate da vini prodotti solo in specifici millesimi (come i cru del 1968 o la Riserva Il Fondatore 1971), non facciamo distinzione tra versioni “Annata” e “Riserva”. Lo stesso dicasi per i Taurasi Radici (Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva), prodotti per la prima volta con la vendemmia 1986.
5. Oltre ai “bonus track”, in coda sono elencati gli altri millesimi del periodo 1952-2004 non inclusi nella 40 Best, perché mai assaggiati oppure testati in una singola occasione o ancora valutati inferiori a quelle inseriti nel gruppo principale.

Altri approfondimenti sulle annate e sulla Vintage Chart del Taurasi sono contenuti nel Volume I della collana di pubblicazioni digitali in doppia lingua (italiano e inglese) che ho curato per il progetto editoriale “FEUDISTUDI: Vigne e Vini d’Irpinia”, disponibile in formato Kindle sulla piattaforma Amazon al seguente link:
Volume I | Taurasi e Irpinia Campi Taurasini (ITA)

TIPICAMENTE 40 BEST | TAURASI MASTROBERARDINO

#40
Taurasi (Riserva) 1981

#39
Taurasi Radici Etichetta Nera 1995

#38
Taurasi Radici Etichetta Nera 1993

#37
Taurasi Radici Etichetta Nera 1989

#36
Taurasi 1975

#35
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 1998

#34
Taurasi 1967

#33
Taurasi (Riserva) 1983

#32
Taurasi Radici 1992

#31
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 2000

#30
Taurasi 1979

#29
Taurasi 1964

#28
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 1996

#27
Taurasi 1978

#26
Taurasi 1974

#25
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 2005

#24
Taurasi 1952

#23
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 1997

#22
Taurasi (Riserva) 1980
Vero e proprio miracolo liquido, alla luce del proibitivo contesto produttivo e sociale scaturito dal drammatico terremoto del 23 novembre.

#21
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 2003

#20
Taurasi (Riserva) 1970
Il primo Taurasi prodotto dopo il riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata.

#19
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 1987
Sul podio dei migliori vini italiani dell’annata, insieme al Barolo Riserva Monfortino e ai Ronchi di Castelluccio (Sangiovese di Romagna).

#18
Taurasi Radici Etichetta Bianca Riserva 2001

#17
Taurasi (Riserva) 1973

#16
Taurasi Radici Etichetta Nera 1990

#15
Taurasi (Riserva) 1982

#14
Taurasi Radici Etichetta Nera ed Etichetta Bianca Riserva 1986
Una delle versioni più “baroleggianti” in assoluto.

#13
Taurasi Radici Etichetta Bianca Riserva 2004
La classicità taurasina al suo meglio.

#12
Taurasi Radici Etichetta Nera 1988
Sulla falsariga espressiva dei grandi ’88 toscani.

#11
Taurasi (Riserva) 1977
Per chi ama alla follia i più martellanti e longevi Brunello Riserva di Biondi Santi.

#10
Taurasi Radici Etichetta Bianca Riserva 1999
Il più ancien régime dei Taurasi di era “contemporanea”: ancora tanta strada davanti.

#9
Taurasi 1958
A tutt’oggi pienamente integro, quasi “giacosiano” nelle suggestioni di fragolina, buccia di pomodoro e mare. Struggente.

#8
Taurasi (Riserva) 1971
Non cede di un millimetro da vent’anni.

#7
Taurasi (Riserva) 1985
Classe, sostanza, equilibrio.

#6
Taurasi (Riserva) 1968
Vino clamoroso nei secoli dei secoli, a maggior ragione considerando le tirature non certo confidenziali dei ’68 non cru.

#5
Taurasi Montemarano Riserva 1968
Rispetto agli altri cru del ’68 sconta qualcosa in termini di stratificazione aromatica e finezza tannica, ma resta comunque uno dei migliori rossi italiani della storia.

#4
Taurasi Il Fondatore Riserva 1971
Semplicemente maestoso, con una profondità terrosa e speziata degna dei più grandi Côte-Rotie.

#3
Taurasi (Riserva) 1961
Iridescente, gioioso, vellutato.

#2
Taurasi Piano D’Angelo Riserva 1968
Il Taurasi più succoso, saporito ed elegante della storia.

#1
Taurasi Castelfranci Riserva 1968
La quadratura del cerchio.

Bonus track

Taurasi 1928 *****
Taurasi 1934 *****

Non assaggiati/non inseriti

1953
1954
1955
1956
1957
1960
1962
1963
1965
1969
1972
1976
1984
1991
1994

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