
Stavolta non è un semplice restyling grafico, ma una mezza rivoluzione che trasforma il nostro sito in un vero e proprio magazine.
Online dall’aprile del 2009, Tipicamente nasce come “semplice” blog per poi integrarsi un po’ alla volta con nuovi codici e mezzi: sono cambiate molte cose nel frattempo, dentro e fuori il nostro contenitore di idee, e ovviamente siamo cambiati anche noi.
Ciò che non muta è la voglia di indagine e di scoperta: «camminare domandando», come recita il nostro manifesto, sperando di inciampare su qualcosa che ci piace e di incontrare buoni amici lungo la strada.
Il primo Tipicamente vede la luce in maniera spontanea e quasi anarchica, più come espressione di un moto interiore e di una necessità latente che di una strategia precisa, se non quella di raccontare il mondo che stavamo esplorando a modo nostro.
Uno spazio senza filtri né padroni, con un sentiero editoriale sconnesso, di breve gittata, eppure – anzi forse proprio per questo – per noi spassoso, corroborante, pieno di sorprese.
Oggi sentiamo una consapevolezza diversa, frutto di un lungo percorso che si lega ad una visione più ampia e alla voglia di restituire i nostri pensieri con maggiore organicità. Magari giocando su più piani, forme e strumenti.
Nell’ultimo anno abbiamo sensibilmente rallentato il ritmo di scrittura e i motivi sono diversi. Innanzitutto ci piace condividere le esperienze vissute “per strada”: le visite in cantina, i viaggi, gli incontri dal vivo e tutto quello che succede quando non siamo davanti al computer. Purtroppo è accaduto con crescente difficoltà in questi mesi, per ovvie ragioni.
Limiti a cui si aggiunge la sensazione talvolta paradossale di vivere per reazione una specie di overload comunicativo, con una quantità di informazioni in eccesso dalle quali districarsi e il bisogno da parte nostra di non alimentare il rumore di fondo.
Infine la scelta di investire molte energie sul nostro primo podcast, “Vino al Vino 50 anni dopo”. Uno strumento che sentiamo in questo momento più confortevole e stimolante, anche per i ritmi di fruizione a cui si accompagna.
E’ stato ed è un lavoro tanto impegnativo quanto entusiasmante, anche alla luce delle competenze tecniche che abbiamo cercato di acquisire pazientemente sul campo, ancor prima di tracciare la linea “narrativa”. Ma ne valeva decisamente la pena: ci siamo divertiti come bambini nel costruire le varie puntate e l’attenzione delle persone che hanno voluto seguire i nostri viaggi sulle orme di Soldati è andata davvero oltre ogni immaginazione per complicità e coinvolgimento.
A breve presenteremo gli episodi della terza stagione, ciclo conclusivo di Vino al Vino 50 Anni Dopo, ma nelle nostre intenzioni non certo l’ultimo podcast targato Tipicamente: tante idee bollono in pentola e stiamo già lavorando ad un nuovo format “eno-letterario” che contiamo di presentare in autunno.
Ecco, ci piace pensare il magazine di domani sempre più come uno spazio multimediale. Articoli brevi accanto a long form, contenuti audio-visivi ed eventi off, tra cui i corsi e le serate del Tipicamente Wine Club, fino ad arrivare a veri e propri prodotti editoriali inediti: e-book, applicazioni, taccuini interattivi e altri approfondimenti “premium” che prenderanno forma dalle nostre indagini on the road.
Contenitori a parte, restano comunque i contenuti l’oggetto principale delle nostre cure. Se una cosa coinvolge ed è in grado di generare vibrazioni, viene presa in considerazione, altrimenti meglio tacere. In questo senso la selezione è radicale e la critica verso noi stessi molto severa, con tanti saluti alle presunte regole del web.
Come dice il Maestrone: abbiamo tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto.