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Stella Michelin al Veritas di Napoli: un successo di tutti | Rassegna Social

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Se siete ristoratori, cuochi, camerieri, sommelier e affini, non c’è bisogno di ricordarvi che giorno è oggi. 

Se non lo siete, non c’è bisogno uguale: si alza il sipario sull’edizione italiana 2017 della Guida Michelin e siam tutti là, con gli occhi fissi al cielo, ad esplorare il firmamento gommato di vecchie e nuove Stelle.

La più festeggiata delle quali, almeno dalle mie parti, è sicuramente quella attribuita al Veritas, il locale napoletano di Stefano Giancotti guidato in cucina dall’amico Gianluca D’Agostino. Un riconoscimento più che meritato, a cui hanno contribuito in tanti, almeno a giudicare dalle migliaia di dichiarazioni a tema rilasciate via social in poche ore. Vale allora la pena di segnalare le più significative:

Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: «La stella al Veritas è il simbolo di una Napoli che rivendica orgogliosamente le sue radici, ma sa stare al passo coi tempi. Una grande capitale europea, come lo era prima dell’invasione sabauda, che i media non hanno interessi a raccontare se non c’è di mezzo spazzatura e criminalità. Un luogo unico di accoglienza, integrazione e possibilità, dove si realizza il sogno di un giovane immigrato irpino, dopo quello di un attempato salernitano diventato governatore ad insaputa delle sue capacità politiche».

Roberto Saviano, scrittore: «Non che ce ne fosse bisogno, ma questo premio conferma una volta di più quanta verità e attualità ci sia nel progetto Gomorra. Anche nella seconda serie viene riservato uno spazio importante alle abitudini alimentari dei vecchi e nuovi boss. Senza dimenticare il mio ultimo lavoro, un dichiarato omaggio alle magnifiche deux frittiur di paranza che ogni venerdì è possibile piluccare al Veritas, previa ispezione della scorta».

Gervasio Ringo, Delegato Regionale Afis (Associazione Federativa Internazionale Sommelier): «Non è un caso se abbiamo scelto il Veritas come location per alcune delle più straordinarie masterclass mai organizzate in Campania. Ecco perché sentiamo questa gioia anche nostra: alla Michelin hanno evidentemente capito che questo non era solo un posto dove si mangia bene, ma una vera e propria casa di cultura del bere consapevole, che si impara nei nostri corsi».

Anna Trieste, social football influencer e opinionista televisiva: «Lo avevo annunciato in tempi non sospetti su Twitter: “#michelin #mammt, si nun ci rate ‘a stella a Gianluchino”. Ci farò uno speciale a Tiki Taka lunedì sera, un’altra stella brilla con Ciro Mertens, Pepe Regna e tutta la Curva B».

Gianluca D'Agostino
Gianluca D'Agostino

Guida Ristoranti Espresso: «Si è dimostrata totalmente azzeccata la scelta di non attribuire nemmeno un cappello al Veritas nella nostra ultima Guida. Il pungolo e lo stimolo che serviva alla squadra di D’Agostino per fare quel salto di qualità decisivo a convincere gli ispettori della Rossa. Sono gli effetti virtuosi del fare sistema, siamo molto orgogliosi per questo».

Gennaro Improta, parcheggiatore abusivo operativo tra Arenella e Vomero: «V’o ggiuro, friddo ‘ncuollo quanno ll’aggio saputo, chillo Gianluca è ‘no bbuono guaglione, pure si fa ‘o tifo pe’ l’Avillino. C’aggio ritto, ‘o frate tuoie, si nun era pe ‘mme ca guardo ‘e machine e ‘i ffaccio parcheggià, ccà nu bbeneva a magnà nisciuno, manco quilli r’a Miscelèn. Che bbuliti fa’, ‘ncoppa Corso Vittorio è ‘nu bburdello, ‘o stato nun ci tutela, ‘o ssapimmo tutt’ quant’».

Rachele Carosone, vicina di casa dello chef: «Io e mia sorella Gaetana abbiamo pregato tanto per il piccolo Gianluca, lei adesso è andata ad appicciare un cero alla Madonna dell’Arco. Quando si è trasferito qua ancora faceva la parmigiana con una sola frittura e il ragù lo pippiava meno di 16 ore. Poi con santa pazienza ci siamo messe vicino e ci abbiamo imparato i segreti della vera cucina napoletana, altro che quelle pappette della televisione».

Redazione de Il Napolista, sito di informazione sportiva specializzato sul Calcio Napoli (link): «Non possiamo certo dirci sorpresi per un risultato figlio di una programmazione di lungo periodo. Che getta i semi in epoca beniteziana, ideale ponte di congiunzione tra i fasti gastronomici aragonesi e le urgenze contemporanee di un gioco culinario capace di osare guardando all’Europa. E si consolida nel rigore siderurgico-bagnolese di matrice neo-marxista sarriana, decisivo per la gestione quotidiana della brigata: concretezza gustativa senza rinunciare allo spettacolo. E il fatto che a Torino non siano arrivate nuove stelle compensa tutte le amarezza scaturite dalla partenza di Higuain».

Rocco Hunt, rapper: «Uagliù, è ‘nu journo buono, wake up wake up, la cucina di Gianluca è amore, e solo con l’amore possiamo sconfiggere il male e i guardi, che ci aspettano sempre fuori al Veritas con l’etilometro. Sono felice di aver portato fortuna col mio ultimo pezzo, nella parte che ho scritto dopo il menù degustazione provato insieme con Clementino, Zulù, Franco Ricciardi e Raiz»:

Arrivasti da Avellino
con caciotta e pecorino
e il sogno di cucinare
con lo sguardo verso il mare.
Gocce di paradiso, lingua di inferno,
promessa d’estate, rimpianto d’inverno,
voci urlanti di confusa Babele,
o forse solo i clacson di Corso Vittorio Emanuele.
Quasi silenzio in faccia al rumore
del grande circo di chi nasce e chi muore:
stagione comanda, testa bassa e pedalare,
alla fine vinci se ritorno a mangiare.

(Featuring Mauro Erro e Marco Ciriello)
 

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