Brotherhood

Copertina

Chi segue dagli inizi le note strampalate di questo inutile blog, fatto che certo non depone a suo favore, ricorderà forse alcuni report di eventi surreali chiamati BarDelli.

Robe a cui il sottoscritto fatica a credere di aver partecipato. Spazi che da immaginari diventano reali e da reali immaginari, capaci di aprire delle voragini spazio – temporali in cui alcuni stani personaggi si ritrovano catapultati, con la scusa di vini e cibi sempre diversi da assaggiare.
Un gioco apparentemente sregolato che nasconde leggi assai precise, così definito nei meccanismi da apparire senza senso, ad uno sguardo superficiale. Ecco perché dobbiamo dire che nell’anno appena chiuso il BarDelli non c’è stato, essendo venuti meno alcuni assi portanti dell’evento, ma che l’appuntamento a cui il suo inventore ci ha chiamati è stato ancor più emozionante del solito.

Aringhe volanti
Aringhe volanti

Tutto è accaduto la vigilia di Natale, come i miracoli e le favole che si rispettano. E’ stato un ritrovo profondamente naturale, stavolta, senza alcuna forzatura o finzione diplomatica. Una giornata piena di calore umano e fratellanza, che infatti ha preso il nome di Brotherhood.
BLD: breakfast – lunch – dinner. Perché la giornata di chi ama il cibo alla follia e ne fa una ragione di vita non ha una normale durata ma comincia con il primo pasto e si chiude con l’ultimo. Dunque, se tutto è concentrato in qualche ora, possiamo dire di aver passato insieme l’intero dì (e così è stato, con il caffè americano pronto alle 11 am e quello del dopo cena servito alle 4,30 pm).
Il food topic è stato ovviamente quello di ogni vigilia: il pesce. Un po’ esotico e un po’ tradizionale, partendo dall’epicentro del Capanno, dalle parti di Spoleto. Luogo dell’anima, del cuore e un po’ anche del fegato, individuato come ideale per ospitare l’evento.

Mauro Rastelli con la trota marmorata
Mauro Rastelli con la trota marmorata

I pesci più attesi arrivavano direttamente dalla Slovenia, grazie alla collaborazione di Ana Roš e Valter Kramar di Hisa Franko, a Kobarid (Caporetto). Avendo avuto la fortuna di vedere l’allevamento “naturale” da vicino, ero piuttosto ansioso di un supplemento d’indagine riguardo l’ incredibile trota marmorata e il temolo. Un progetto meraviglioso, portato avanti dall’Associazione dei Pescatori di Tolmin, sull’Isonzo, che merita di essere conosciuto, narrato e valorizzato.

Roberto Pirri
Roberto Pirri

E qui scatta il racconto di due storie che testimoniano la seria follia con cui i partecipanti hanno approcciato l’evento. Le imminenti feste natalizie mettevano in discussione l’arrivo puntuale dei pesci con un normale corriere e così martedì 22, nottetempo, tal Roberto Pirri è stato visto partire da Perugia in direzione nord – est, con l’incarico segreto di prelevare lo squamoso malloppo, portato brillantemente a destinazione in tempo utile dopo un viaggio senza soste. Impresa leggendaria, superata solo da quella di Nicola Lancetti, giovane di belle speranze ammesso al convivio i primi di dicembre, quando pesava poco più di 90 chili, a condizione di superare i cento entro la data stabilita. Le cronache raccontano com’è andata e fissano a imperitura memoria l’immagine della bilancia del ragazzo.
Ah, c’è stato anche un nuovo ingresso nell’élite dei Tre Grembiuli, la non – guida che premia le migliori cucine di casa del paese. Stavolta l’onore è toccato alla famiglia Tabarrini di Montefalco, capace di una tavola scintillante cui lo scrivente ha avuto la fortuna di sedere.
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Non credo di averlo mai fatto prima, però stavolta devo citare il discorso di Baldelli, tra i più significativi, emozionanti e visionari di sempre, e il sonetto di Daniele Falchi, arrivato sotto forma di missiva. C’erano, al solito, dei vini straordinari. In larghissima prevalenza Champagne, sulla scia dei Breakfast Before Christmas britannici, da cui l’iniziativa aveva preso i primi spunti. Cito i miei tre preferiti di giornata: Bollinger R.D. 1990, bissato da Grande Année Rosé 1996, e un fantastico Montrachet DRC 2006 (ma su questo non ho termini di paragone, essendo il primo assaggiato in vita del Domaine).
Non mi dilungo oltre sulle descrizioni dei liquidi perché il meglio, stavolta, era più fuori che dentro le bottiglie. Brotherhood è stato un messaggio di puro amore e autentica fratellanza. Nessuna etichetta, per quanto rara e preziosa, vale una cattiva compagnia. Il vino per noi è importante. Molto. Ma lo è soprattutto perché riesce ad essere un formidabile mezzo di comprensione e conoscenza, scambio e interazione. Felice anno nuovo.
“Preferiamo la tradizione senza territorio al territorio senza tradizione”. Paolo Baldelli

Thank you for smoking
Thank you for smoking

 

Brotherhood
Brotherhood

 

Bollinger Grande Année 1996
Bollinger Grande Année Rosé 1996

 

BLD
BLD

 

Ostriche
Ostriche

 

Re Salmone
Re Salmone

 

Baccalà
Baccalà

 

Gamberi rossi in carretta
Gamberi rossi in carretta

 

No words
No words

Foto: Andrea Luccioli

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