Dottò, se famo du spaghi?

Corre un filo, presumibilmente di semola di grano duro, attraverso il pianeta ed unisce in un abbraccio simbolico Italia e Australia nella ricerca di un tipo di pasta dagli effetti cardioprotettivi e antitumore.

Le università della nostra penisola e i centri di ricerca down under, preparano in team un futuro di spaghettate alla faccia dei carboidrati (e del bicarbonato di sodio).
Nell’articolo di Repubblica.it* li hanno già battezzati superspaghetti. Le cose in soldoni stanno così: due atenei italiani (Università di Bari e Università del Molise) sono partners dell’ARC Centre of Excellence in Plant Cell Walls di Adelaide, in due progetti, che nel significato possono essere riassunti come ricerca per il miglioramento vegetativo non biogenetico del metabolismo della pianta di grano duro, per ottenere fibre dai caratteri nutritivi migliori, financo curativi.
La notizia rallegra non poco uno spaghettomane come me (e credo molti altri), intravedendo già il miraggio del medico che prescrive ajo e ojo e carbonara a pranzo e cena, come profilassi cardiologica e antineoplasica, scongiurando di dover ricorrere poi all’uso delle solite fiale o pastiglie.
Bello sapere che i fondi per la ricerca provengono sia dal governo australiano che dalle regioni ed università interessate: soldi spesi bene, stavolta! L’unico cruccio che mi resta, riguarda il fatto che poi pagheremo il ticket sul Senatore Cappelli.

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