Chissà se gli strateghi del parlamento che tutto il mondo ci invidia, quelli che un giorno si e l’altro pure suggeriscono di allungare i tempi per andare in pensione, hanno mai visto gli operai delle saline al lavoro.
Non credo, comunque la scena è tremenda e suggestiva, specie d’estate, intorno a mezzogiorno, col solleone a picco su quelle chiazze bianche e blu fatte di mare e sale, capaci di incredibili tonalità rosa al tramonto.
Sale che riflette i raggi e brucia la pelle, disegnando paesaggi mozzafiato puntellati dai mulini a vento, che sembrano cartoline fatte apposta per i turisti.
Le saline artigianali di Marsala, in realtà, concorrono alla produzione del così detto Sale di Trapani. Che non ha niente a che fare con quello industriale, sia riguardo la lavorazione che il gusto. Contiene più potassio, più magnesio e una quantità minore di cloruro di sodio. Dunque ne basta meno, visto che ha una maggiore intensità.
Insomma, prima di riempire la dispensa col fighissimo fleur de sel francese…
Uno dei mulini delle saline
Il sale viene coperto di coppi per proteggerlo dalla sabbia che arriva con la pioggia proveniente dall’Africa
FOTO: ANNA SETTEPOSTE