Settembre è un mese fantastico per una gita a Pantelleria. A patto che non soffriate troppo il vento, cosa piuttosto frequente per quelli col fegato un pò appesantito, categoria alla quale mi pregio di appartenere.
Chissà come stava il fegato del ministro Zaia dopo la visita a Pantelleria. E non mi riferisco solo alla latitudine, anche se non dev’essere stato facile passare un pò di tempo in quel paradiso a sud della Sicilia, a un passo dalla costa libica e più di 1300 chilometri da Treviso…
Ci sarà voluto tutto lo spirito d’adattamento del padano ministro, oltre alle già mitiche All Star verdi, indossate nell’occasione, per superare indenne la prova e camminare sicuro sul suolo nemico. L’appuntamento a dire il vero era cosa seria: un convegno del Cervim sulla viticoltura eroica, da quella di montagna alle piccole isole, come risorsa storico-paesaggistica capace di produrre reddito.
Ospiti di Donnafugata, che sull’isola produce lo splendido Ben Ryè, c’erano tra gli altri, Franco Bonanini (direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre), Costantino Charrère (patron de Les Cretes in Valle d’Aosta), e gli enologi Salvo Foti (un riferimento per l’Etna), Casimiro Maule (Nino Negri in Valtellina), Willi Stürz (Cantina di Termeno in Alto Adige).
Un bel pò di gente, insomma, ma non le altre realtà vitivinicole dell’isola, che avrebbero dovuto e voluto esserci. E questo nonostante la presenza del sindaco di Pantelleria e del minisitro. Due pezzi delle istituzioni più sensibili, evidentemente, alle lusinghe dei singoli che alla rappresentazione del tutto.
C’erano ovviamente anche molti giornalisti, tra cui una firma storica delle cronache vinicole come Andrea Gabbrielli. Sua la dichiarazione video che vedete in cima (e che sottolinea più di una preoccupazione per il futuro del Passito, che non vorremmo diventasse, appunto, passato…), mentre è di winenews.tv un bel servizio realizzato dal sottoscritto (eccolo) proprio sull’azienda che Donnafugata porta avanti con passione e sacrificio in questa terra magica.