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Antoniolo. Il nord Piemonte nella storia

Eravamo io, Eleonora Guerini, Gianni Fabrizio, Sabino Loffredo*… Insomma, mancava solo Pago Pena e Compay Segundo, degnamente sostituiti dalla famiglia Antoniolo: Lorella, Alberto (sorella e fratello) e mamma (la memoria storica).

Una verticale da sogno di Gattinara Osso San Grato organizzata per il Gambero Rosso (l’articolo dovrebbe uscire a breve). E quando ti ricapita? Poco importa se sei a Soave (VR), cioè dall’altra parte del grande nord, se la sera precedente sei andato a letto tardi e male, e se per addormentarti non hai contato le pecore ma il numero di bottiglie stappate dal grande Luca Ghiotto, amico-esperto-appassionato-venditore-enotecaro, patron del Soavino.
Io e Sabino ci alziamo (svegliarsi è una parola grossa) di buon mattino e dopo qualche flebo di caffè, quasi quattro ore di macchina, una tangenziale bloccata in direzione Milano, eccoci a destinazione. Mai levataccia fu più azzeccata. I vini Antoniolo sono tra i punti di riferimento attuali del vino italiano e l’Osso San Grato un concentrato di sensazioni che mi invadono corpo, anima e cervello. Avete presente la ratatouille di Anton Ego? Uguale. Però del passato non avevo certezze… Ovviamente non tutte le annate assaggiate erano memorabili, ma almeno tre bottiglie meritavano da sole il viaggio.
* Eleonora e Gianni sono Curatori di Vini d’Italia del Gambero Rosso, Sabino è uno dei più apprezzati e pazzoidi vigneron italiani, titolare di Pietracupa, in Irpinia

L’azienda…


Fondata da Mario Antoniolo nel 1948, è tra i migliori interpreti dei vini del nord Piemonte. L’impostazione è molto classica, senza per questo cedere ad altalenanze o sbavature. Anzi! Sul fronte Gattinara, oltre al delizioso “base”, vengono vinificati e imbottigliati separatamente i cru S. Francesco, Castelle (l’unico affinato in barrique, per tutti gli altri solo botte grande) e, appunto, Osso San Grato.
Corso Valsesia, 277
13045 Gattinara (VC)
0163 833612
0163 826112
antoniolovini@bmm.it

Il cru Osso San Grato…
Più o meno cinque ettari e mezzo in totale. I terreni, esposti a sud, sono di origine vulcanica con viti impiantate all’inizio degli anni ’60. Regala vini affascinanti, minerali e sinuosi, accompagnati dalla necessaria polpa e maturità di frutto. Elegante e classica completezza…


La Top 3…

Gattinara Riserva Speciale 1967
Non si chiamava ancora Osso San Grato ma era Osso San Grato, cioè le uve di questa special reserve provenivano solo da quel cru. Dopo un rapido assaggio ci siamo fermati, guardandoci ammutoliti con occhi spalancati e papille incredule.  Avevamo nel bicchiere un vino pazzesco, fatto da più di quarant’anni ma  scatenato come un ragazzino. C’è voluto un intero blocco di appunti per catalogare i profumi: note ferrose e agrume candito (chinotto), cannella e roccia sembravano i più evidenti. L’attacco in bocca era austero, quasi rigidio (si, diciamolo, ancora giovane…), duro come un sasso ma di un’ampiezza e una profondità aromatica difficili da descrivere. Un vino che sembrava addirittura ringiovanire nel bicchiere, capace di tirar fuori cenni floreali di violetta. Allucinante.  98/100

Gattinara Osso San Grato 1988
Se la gioca col ’74 (che è un vino meno perfetto ma se ti fai rapire rischi la sindrome di Stoccolma…) per entrare tra i primi tre. Un altro fuoriclasse, anche se paradossalmente più “maturo” del precedente: al naso si passa con disinvoltura dalla frutta sciroppata a radici ed erbe amare. La bocca è splendida, ampia e complessa, saporita e articolata, con fascinose note pietrose, minerali.  95/100

Gattinara Osso San Grato 2004
Non faceva neanche parte della batteria in degustazione. L’avevo già assaggito e la voglia di risentirlo era tanta. E’ diventato uno dei vini della giornata, personalmente lo ritengo uno dei migliori rossi italiani degli ultimi tempi. Emozione pura, dinamismo roccioso accompagnato da un frutto teso, turgido, ma di perfetta maturità. Vibrante ma carnoso, interminabile e con uno dei finali più belli che io ricordi di aver mai sentito. Strepitoso, ora e sempre. 96/100

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