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Indici di consumo 2012

Ehilà! Ogni tanto ci si vede, eh. Tutto a posto? Si stava meglio quando si stava peggio.

Esauriti gli argomenti da conversazione in ascensore, corro subito a relazionarvi sui numeri, io che nel darli sono come sapete uno specialista, di questo meraviglioso anno scampato ai Maya.
Analizzando i personali indici di consumo del 2012, posso scientificamente concludere quanto segue:
– sono sempre più bianchista
– e nella versione campani(a)lista, più fianista che grechista. Soprattutto nel cervello, perché lo stomaco tentenna sempre di più, anche e soprattutto per colpa di quello scherzo della natura che è il Greco G ’10 di Pietracupa
– ogni volta che sono costretto a scegliere, mi scopro pure più sangiovesista che nebbiolista
– la borgognite la puoi tenere sotto controllo ma non ne esci mai completamente (e come dice Maria Teresa, bisognerebbe istituire il Sert del pinot nero)
– grande rivincita del vino, dopo un 2011altamente birresco
– calo vertiginoso delle bolle, sicuramente connesso all’inaccettabile biennale assenza in loco, non oso immaginare che danni abbiano fatto nel frattempo nella nostra casa di Chouilly
– penso tutto il bene possibile dell’aglianico ma alla fine trovo sempre centomila scuse per non stappare quasi nessuna delle oltre 600 bottiglie sul tema presenti in cantina. Salvo eccezioni, sembra sempre troppo presto
– se Rodano deve essere, che sia quello carnale e grenachoso del sud
– bisogna che ritorniamo al più presto a Calce (Fabio e Giuseppe, questa volta non avete scuse)
– è rimasto troppo poco Bordeaux pronto in cantina, le 37 bocce di riva sinistra e destra degli anni ’80 e ’90 bevute solo nel 2009 restano, ahinoi, un lontano ricordo
– non me ne può fregare di meno di dove si posizionano gerarchicamente e punteggiativamente, ma le bottiglie di “scolorito” [cit. 4-4-2 mascherato] del Jura non resistono chiuse per più di due giorni a casa mia: irrazionale e compulsivo bisogno fisico e mentale
– aumenta vertiginosamente la percentuale stappata di rossi più vicini ai 12 gradi e mezzo che ai 15. Che sto invecchiando a ritmi esponenziali lo capisco dal solo
– in mezzo a tanta necessaria soggettività, è oggettivo che certi vini concepiti con una certa filosofia si scolano e si digeriscono dieci volte più velocemente di certi altri concepiti con certi altri approcci. Però per favore, trovatelo voi un nome, una definizione, un titolo, agli uni e agli altri perché io non sono capace
– non bastava Monti, ci voleva anche questa maledetta annata europea 2010 per diventare ancora più poveri
Penso di essere ancora in tempo per chiudere con un buon anno a tutti!

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