È precisamente il tuo vino se:
– hai nostalgia dello Zwanze Day all’Ottavonano e stai cercando ininterrottamente da 10 giorni qualunque cosa assomigli anche lontanamente a una gueuze;
– quando torni a casa dopo due settimane fuori per lavoro, la prima cosa che fai è andare a sniffare il secchiello dell’umido dove hai volutamente lasciato bucce di banane, limoni spremuti, albicocche tumefatte e lische di spigole di Sapri;
– consideri dei fighetti pappamolla piallati da gusti dolcioni alla coca cola quelli che bevono l’acido muriatico mischiato al liquido delle batterie;
– non ti sembra così sbagliato usare per il brodo dei tortellini l’acqua saponata dove hai nettato gli arti inferiori dopo una giornata passata scalzo in uno zoo;
– ripensi sempre a quella volta che il prof ti insegnò che meno per meno fa più e che quindi (uva non invaiata + 13 anni in botte piena per 1/8) x (volatile I believe I can fly + brettanomycoltura turbosponty) = libera tata il karma.
(No, non faccio il gallo sulla munnezza: sono solo un fan deluso che non ritrova più il Bornard a briglie sciolte ma trascinante che poteva stappare anche ai controriformisti)