Confessioni di una Chef Junkie


Non so quando è successo… Come è successo. Ma ad un certo punto è successo. Sono diventata un "junkie". Una "chef junkie". Insomma, una con un interesse insaziabile, una devozione.

Un'etichetta regalatami da mio padre venticinque anni fa. Un'etichetta che ho indossato al liceo e all'Università. In quei giorni, però, ero una "rock and roll junkie". A pensarci bene, però, le somiglianze importanti con la cucina non mancano.

Punto 1: il soundcheck

Un "rock and roll junkie" ha bisogno di essere lì. Vuole essere presente. Ha bisogno di vedere la band mentre si prepara e organizza lo spettacolo. Ero io: 1987-U2, Carrier Dome, Syracuse, New York.

Uno chef junkie deve vedere che cosa sta succedendo in cucina. Deve guardare il piatto in preparazione: dall'inizio alla fine. Deve guardare mentre lo chef lo mette sul piatto, guarnito. Poi quel cenno finale di
approvazione, prima che venga inviato in sala da pranzo. Questo sono io: "Check".

Punto 2: Il viaggio

Un "rock and roll junkie" macina chilometri, ore, aerei, treni e automobili per vedere la propria band. Niente ferma il grande fan. Magari dorme in auto, al freddo, pur di avere i biglietti per il concerto. Duran Duran, Washington DC 1984.

Uno chef junkie guiderà due ore per un semplice pranzo. Due ore per quei quattro sformatini, quel risotto, quel flan di cioccolato. Due ore per quella salsa al ragù, quegli gnocchi, quel menu a base di prodotti tipici. Quel  tocco speciale. Perderà un giorno di lavoro per quel tiramisù destruturatto. Sono io… "Yes".

Punto  3: il backstage pass

Un "rock and roll junkie" ha fatto jackpot quando ha il pass per il backstage in mano. Avrà tempo per parlare con la band, in esclusiva, dopo il concerto, dopo lo spettacolo. Un'occasione per sentirsi parte del
gruppo. L'entourage. 1987, Red Hot Chili Peppers, The Horizon Nightclub, Syracuse, New York

Uno chef junkie ha il desiderio di parlare con lo chef, dopo il pasto, per conoscere meglio ogni piatto. Per parlare della preparazione, dei prodotti utilizzati, della ricetta, di ogni piccolo dettaglio. Questo
sono io, lo confesso!

Junkie. Interesse insaziabile o devozione. Appena ogni piatto si trova in posizione davanti a me, prima di prendere un boccone, devo scattare una foto. Una foto da tutte le angolazioni, con flash, senza flash, da sinistra, da destra, dall'alto. Un ricordo, un souvenier. E' come una foto con la band, un autografo, un programma o una t-shirt.

Junkie. Quell'interesse insaziabile o devozione. Se lo chef è in televisione o ha un blog, devo guardarlo,  leggerlo, commentarlo.

Junkie. Quell'interesse insaziabile o devozione per: il buono, il genuino, gli chef, le stelle Michelin, lo sconosciuto, la major label o l'indipendente.

Chef Junkie. Sono io, sono colpevole!

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